"Il Capo dello Stato ha fatto esattamente quello che prevede la Costituzione": il professor Francesco Clementi, docente associato di diritto pubblico comparato all'Università degli Studi di Perugia, parla così dell'attuale fase politica con le dimissioni del premier Mario Draghi e il rinvio alle Camere da parte del Quirinale. Lo fa rispondendo all'ANSA. "La Costituzione - ha detto il professor Clementi, che insegna alla facoltà di Scienze politiche - prevede che il Governo abbia la fiducia delle Camere. Le dimissioni del presidente Draghi sono un al momento ancora fatto politico. Mettono infatti in luce che non pare esserci più la forza per sostenere un Esecutivo comunque 'eccezionale', come è stato quello 'del presidente', nonostante la grave crisi economica, energetica, la pandemica e la guerra della Russia di Putin contro l'Ucraina. Il passaggio alle Camere servirà per capire se appunto le ragioni politiche per andare avanti ci sono ancora. Ed in tal senso il presidente della Repubblica correttamente aspetta il pronunciamento del Parlamento, per valutare conseguentemente quale decisione prendere". Secondo il professor Clementi "non sarà comunque obbligatorio un doppio passaggio camerale". "Se la fiducia non dovesse essere data dal Senato - spiega - sarebbe inutile andare alla Camera perché comunque il Governo deve essere sostenuto da entrambi i rami". Il docente ipotizza quindi i possibili scenari futuri. "Il presidente Draghi - dice - potrebbe avere la fiducia e quindi proseguire il suo percorso fino a fine legislatura con la pressoché stessa maggioranza parlamentare, cioè anche con il movimento del presidente Conte, laddove questo incidente fosse inteso sul solo Dl Aiuti e non sull'intero sostegno al Governo. Se non l'avesse si potrebbe andare al voto, con lo stesso Governo o un altro a gestire il periodo fino alle elezioni. Oppure il presidente del Consiglio, misurata l'esistenza invece di una diversa maggioranza di governo, potrebbe rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato il quale potrebbe riaffidargli l'incarico di formare un'altra compagine e con quella maggioranza formare un Draghi bis". Riguardo all'esercizio provvisorio il professor Clementi lo ritiene eventualità più che possibile in caso di elezioni a inizio ottobre. "Entro metà settembre - spiega - bisogna presentare il Nadef a Bruxelles ed entro il 10 ottobre il disegno di legge di bilancio in Parlamento. Mentre l'esercizio provvisorio era piuttosto frequente fino all'adozione dell'euro, ora, con la moneta unica, se l'Italia non riuscisse a presentare ed approvare la legge di bilancio, sarebbe uno scossone gravissimo per il nostro Paese e per l'intera Europa, del quale pagheremmo pesantemente gli effetti".
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