(ANSA) - PERUGIA, 29 NOV - L'Umbria non partecipa al balzo
post-pandemia della ricerca italiana, le cui "invenzioni"
pubblicate in Europa crescono del 2% nel 2021 grazie soprattutto
alla farmaceutica, biotecnologia e chimica. Emerge dall'ultima
analisi svolta da Unioncamere-Dintec.
Di conseguenza, il già flebile peso dei brevetti umbri sul
totale nazionale (0,58% nel 2020 e 0,61% nel 2019) si
indebolisce ancora, scendendo a 0,57%. L'Umbria nel 2021
registra il risultato peggiore tra le regioni del centro e il
14/o a livello nazionale. Complessivamente, nel periodo
2008-2021 il peso dei brevetti pubblicati in Umbria (357) sul
totale pubblicati nello stesso periodo a livello nazionale
(56mila 479) è stato dello 0,63%, con il massimo toccato nel
2016 (0,79%) e il minimo nel 2010 (0,48%). Un terzo circa del
peso che l'economia umbra, in termini di Pil, ha sull'economia
nazionale.
In dettaglio, delle 26 domande umbre di brevetto pubblicate nel
2021 ventuno sono state presentate da imprese, una da enti di
ricerca e quattro da soggetti privati. A livello di province, 23
domande riguardano la provincia di Perugia e tre quella di
Terni. L'analisi per campo tecnologico mostra che nel 2021 in
Umbria il campo delle "necessità umane" e quello delle "tecniche
industriali e trasporti", con 16 brevetti pubblicati, assorbono
oltre il 60% della capacità inventiva umbra del 'made in Italy'.
"Si tratta di un tema di grande rilevanza - ha commentato il
presidente della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio
Mencaroni perché evidenzia le difficoltà del sistema produttivo
umbro a salire nei livelli di competitività e di crescita
potenziale, trainata dalle nuove tecnologie. Ciò impone di
moltiplicare gli sforzi per incentivare il sistema economico
regionale a mettersi su una prospettiva solida di
modernizzazione e innovazione, in cui le 'invenzioni' giocano un
ruolo cruciale". (ANSA).
Brevetti, l'Italia accelera ma l'Umbria resta al palo
Mencaroni,serve sforzo straordinario per sistema economico umbro