Umbria

Il festival di Spoleto ora pensa a un museo per i suoi tesori

Valorizzazione del patrimonio per una presenza tutto l'anno

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 15 MAG - Il festival dei Due mondi di Spoleto sta pensando a una presenza permanente nella cittadina che lo ospita da quando è nato nel 1958 con la creazione di un museo che possa ospitare il suo patrimonio fatto di 3.800 costumi, alcuni di spettacoli leggendari, locandine, programmi, fotografie, video e documenti. In questo modo, i visitatori potranno respirare l'atmosfera della kermesse non solo nelle settimane estive in cui si svolge (quest'anno dal 28 giugno al 14 luglio) ma 365 giorni l'anno (o quasi). È dal 2021 che la fondazione del festival lavora al recupero del patrimonio che ora vuole valorizzare nel modo migliore. Un assaggio è stato dato con le esposizioni sul fondatore Gian Carlo Menotti, a cui quest'anno si aggiunge una esposizione sui 13 anni di direzione di Giorgio Ferrari. E anche il progetto speciale realizzato con la fondazione Carla Fendi Legami, mostra (all'ex battistero della Manna d'oro) delle fotografie, fatte da Luis Alberto Rodriguez che con la set designer Afra Zamara ha immortalato alcuni dei costumi dell'archivio tramutandoli in opere d'arte. Ma l'idea è di trovare uno spazio più ampio e, appunto, permanente. E su questo c'è un dialogo con il Comune per trovare la sede più adatta. Il museo è uno dei modi in cui il festival intende radicarsi ancora di più nel territorio e avere un effetto che si riverbera. Questo si traduce da un lato in coproduzione (fra l'altro quest'anno con la Deutsche Oper di Berlino per la messa in scena Ariadne auf Naxos con la regia di Damiano Michieletto) in modo che gli spettacoli abbiano un 'futuro' oltre i giorni del festival, dall'altro realizzando progetti anche durante l'anno.
    Un esempio in questa stagione è l'anteprima del festival con la messa in scena dal 30 maggio al due giugno di 'Una relazione per un'accademia' di Luca Marinetti. Un modo per "ampliare il festival" come ha spiegato la direttrice amministrativa e organizzatrice Paola Macchi. L'ampliamento del festival riguarda però anche altri ambiti come quello della sostenibilità con il progetto di Stefano Mancuso per creare una sorta di foresta urbana in piazza Garibaldi, solitamente utilizzata come parcheggio, in cui su ogni albero ci siano sensori a registrare l'effetto benefico del verde. Un progetto che si spera venga poi replicato in altre città. E ancora l'impegno per le iniziative che hanno un risvolto sociale (come gli spettacoli realizzati con i detenuti messi in scena in carcere, quest'anno 'Creta') e le collaborazioni con altre istituzioni, come quella per la mostra di Chiara Camoni (che ha firmato il manifesto di Spoleto 67) curata dal direttore dei Musei Civici di Spoleto Saverio Verini.
    (ANSA).
   

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