(ANSA) - PERUGIA, 18 MAG - Manifestazione a Perugia dei
lavoratori di Slp Cisl, la Slc Cgil e Uil, Confsal
comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl comunicazioni Umbria per
dire un "netto no al possibile processo di privatizzazione di
Poste italiane". I sindacati si sono ritrovati in piazza Italia
per esprimere contrarietà anche "alla divisione fra mercato
privati e recapiti, per continuare ad assicurare un presidio
sociale in molte frazioni, per evitare una situazione di
precariato".
In Umbria - si legge in una nota sindacale - gli uffici
postali, esclusi i 16 centri che si occupano di recapito e
logistica, sono 258 (191 in provincia di Perugia e 67 in
provincia di Terni). I lavoratori di Poste italiane sono circa
1.600, "ma erano circa 2400 solo dieci anni fa".
I sindacati, nel corso della manifestazione umbra, hanno
ricordato - prosegue la nota - come questo processo di possibile
privatizzazione "si andrebbe ad aggiungere a una situazione che
vede già azionisti privati in Poste italiane al 30 per cento.
"Dobbiamo ragionare anche in termini di territorio" hanno detto
i segretari dei lavoratori delle Poste. "Con la privatizzazione,
in Umbria - hanno aggiunto - si potrebbe verificare una
situazione analoga a quella delle banche e quindi portare ad una
sorta di desertificazione degli istituti".
I segretari delle sei sigle sindacali hanno espresso
rammarico per l'assenza al presidio dei rappresentanti delle
Istituzioni ed, in particolare, di Anci, "perché i Comuni sono
le prime vittime di questo processo di indebolimento del
territorio". (ANSA).
Lavoratori Poste in piazza contro ipotesi privatizzazione
Manifestazione a Perugia, 'assicurare presidio sociale'