Umbria

Catiuscia Marini, ho pagato l'essere amministratrice libera

Di dimissioni dice: 'mai visto chiedere per presidenti maschi'

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 03 GIU - "Forse ho pagato il fatto di essere stata un amministratore libero e gli amministratori liberi non piacciono perché se sono autonomi, indipendenti dagli interessi, o di partito e correntisti, o economico finanziari prima se ne vanno e meglio è": Catiuscia Marini ha fatto una difesa a tutto campo del suo operato come presidente della Regione Umbria e rivendicato l'estraneità a ogni accusa in una lunga dichiarazione spontanea nel processo per i presunti concorsi della sanità manipolati. Prendendo la parola dopo che il suo difensore Nicola Pepe ne ha chiesto l'assoluzione.
    "Quello che mi è stato chiesto di fare (le mie dimissioni, che me ne andassi il prima possibile) non l'ho mai visto chiedere per i presidenti di sesso maschile" ha tra l'altro affermato Marini. Per poi concludere: "Spero che venga restituita dignità al lavoro faticoso che abbiamo fatto per dieci anni a tutela del servizio sanitario". "Non era un sistema sanitario malato - ha rivendicato ancora l'ex governatrice -, dove si concentrava il malaffare, non era un sistema sanitario dove si organizzavano addirittura delle associazioni a delinquere per danneggiare non so bene cosa. Non ho mai pensato di danneggiare il sistema sanitario pubblico per fare entrare in privato che c'è sempre stato in Umbria ma in maniera di supporto, di inclusione".
    "Sinceramente - ha detto ancora - sentirmi accusata di aver promosso una associazione a delinquere in una regione dove c'è il fondo sanitario e i fondi europei rilevantissimi, di aver marchingegnato tutto questo per aiutare una persona che con me non aveva nessuna connessione mi sembra assurdo. Non ho mai istigato alcuno a commettere reati e meno che meno i dipendenti, i direttori e i dirigenti della Regione, dove la mia preoccupazione era esattamente sempre l'opposto". Per l'ex presidente "in questa vicenda non è stato tutelato il servizio sanitario regionale". "E oggi ne paghiamo le conseguenze - ha proseguito - perché è stata eliminata una classe amministrativa e dirigenziale nata e cresciuta professionalmente in Umbria con una conoscenza del territorio, dell'organizzazione, della programmazione". Marini si è soffermata anche sulla richiesta delle sue dimissioni. "Io non sono una adusa al vittimismo - ha detto - però l'ho visto solo fare con me. Ci sono presidenti ai domiciliari che mandano le indicazioni al Consiglio regionale quindi di acqua ne è passata sotto i ponti". (ANSA).
   

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