(ANSA) - PERUGIA, 05 GIU - Nel 2023 sono aumentati del 9,2
per cento i richiedenti aiuto al centro di ascolto della Caritas
diocesana di Perugia-Città della Pieve. Dei 1805 richiedenti
totali, 1237, il 68,7 per cento, sono "nuovi utenti" che si sono
rivolti alla Caritas dallo scoppio della pandemia ad oggi.
Anche nel 2023 a chiedere aiuto sono in prevalenza persone
con una fascia di età dai 35 ai 44 anni e dai 45 ai 54 anni. E'
quanto emerge da "Catene spezzate" il rapporto 2023 sulle
povertà e le risorse nella diocesi di Perugia-Città della Pieve,
realizzato dall'osservatorio delle povertà della Caritas di
Perugia, diretto da Pierluigi Grasselli e presentato oggi alla
presenza del direttore della Caritas diocesana, don Marco
Briziarelli e dell'arcivescovo monsignor Ivan Maffeis.
"Catene spezzate - ha spiegato don Marco - perché possiamo
gioire per tante famiglie tornate in autonomia ma, allo stesso
tempo, dobbiamo rilanciare il nostro impegno perché sono tante
altre le catene che stanno avvinghiando le nostre famiglie. E'
ancora un dato di aumento di povertà quello di quest'anno, con
3.227 famiglie nella nostra diocesi che sono state aiutate e che
rappresentano quasi 12 mila persone. Il 40 per cento di queste
famiglie sono nuovi poveri che non avevano mai avuto bisogno di
rivolgersi alla Caritas. E' un dato che ci mette in movimento e
la presentazione del rapporto diventa anche un voler invitare la
comunità tutta ad esserci vicina, a continuare questo bellissimo
cammino di solidarietà che stiamo facendo".
"I costi e gli oneri di questo lavoro e di questo sostegno -
ha proseguito don Marco - è stato nel 2023 di circa due milioni
di euro di cui 500 mila dai fondi 'Otto per mille' e il restate
è tutta opera di donazione, di progetti, di imprenditori ma,
soprattutto, di tante donazioni di privati che ci riconoscono e
ci danno la fiducia per portare avanti questo lavoro. Le cause
delle nuove povertà moltissimo riguardano il lavoro povero,
redditi molto bassi, stiamo aiutando una fetta importante di
famiglie che guadagnano anche 1500 euro al mese ma che a causa
del costo della vita, degli gli affitti da pagare, non riesce a
farcela".
"Il rapporto si occupa soprattuto di vedere le
caratteristiche di questi richiedenti aiuto alla Caritas - ha
spiegato Grasselli -. Noi viviamo un deterioramento della
società civile che si riflette sull'andamento di questi poveri.
Diminuiscono quelli che vivono in un nucleo familiare e
aumentano i soli, diminuiscono i coniugati e aumentano celibi e
nubili, con maggiore incidenza tra gli italiani.
Quindi la disgregazione della famiglia appare in pieno e si
parla a questo proposito di 'biografizzazione' della povertà.
Dall'altra parte, siccome oramai i ceti sociali coinvolti dalla
povertà sono sempre più numerosi, altri parlano di
'democratizzazione' della povertà".
Dal rapporto emergono "numerose criticità" legate alla
situazione abitativa e, in particolare, i costi per l'affitto,
l'insufficiente offerta di case popolari, cattive condizioni
dell'abitazione, sovraffollamento, sospensione delle utenze e
sfratto. Nell'insieme la quota di utenti che non dispongono di
un titolo di studio più elevato della licenza media inferiore è
del 47 per cento, "un livello di scolarizzazione molto basso che
non favorisce una soddisfacente occupabilità". Per quanto
riguarda la condizione occupazionale, anche nel 2023 al primo
posto c'è la condizione di disoccupato mentre, in relazione al
reddito familiare mensile, anche se le fasce di reddito più
povere incidono molto di più, aumenta il numero di utenti che
chiede aiuto pur avendo un reddito mensile dai mille ai 1500
euro.
"Voglio ringraziare tutta la nostra Caritas per quello che
porta avanti a nome della Chiesa e della città - ha detto il
vescovo Maffeis -. Il rapporto racconta un viaggio che potremmo
scandire in tre tappe. La prima è quella che va dai problemi
alle persone. Nel rapporto di problemi ce ne sono tanti, ci sono
dati, situazioni, tante condizioni che domandano risposte però
il percorso fatto, se parte dai problemi, è perché ha davanti le
persone. La seconda tappa va invece dalla società alle
istituzioni. Sarebbe impensabile delegare a qualcuno la cura dei
poveri. Come istituzioni, come Chiesa, come realtà civile è
bello poter dire che ci sono interlocutori con cui si cammina
insieme. La terza tappa è dalla denuncia alla proposta. Queste
pagine vanno in questa direzione e, leggendole, mentre
forniscono una miniera di informazioni e di dati, raccontano
anche di una comunità che sa rimboccarsi le maniche, che mette
cuore, passione, intelligenza e apre piste percorribili".
(ANSA).
In aumento le persone che si rivolgono alla Caritas di Perugia
I dati di 'Catene spezzate', il rapporto 2023 sulle povertà