Umbria

Rettore Perugia, 'fatto scelta cotrocorrente, messo su rete'

'Stare uniti è leva sviluppo importante'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 GIU - Abbiamo fortemente voluto fare questa scelta che rappresenta un cambio di passo culturale molto importante nella storia del sistema universitario del nostro Paese. Le università sono state stimolate nel corso degli anni a entrare in competizione tra di loro. Noi abbiamo fatto una scelta un po' controcorrente che spero che possa essere letta come una scelta un po' visionaria. Mettere insieme in una rete di atenei che insistono sullo stesso perimetro geografico del Paese le migliori competenze della qualità della ricerca, della didattica, del trasferimento tecnologico e della terza missione". Così il rettore dell'università di Perugia, Maurizio Oliviero, alla presentazione del progetto Futuro al Centro a Roma che vede uniti otto atenei dell'Italia Centrale - Marche, Umbria e Abruzzo - per una strategia di valorizzazione condivisa.
    Questo, continua, "perché i nostri giovani possano da questo recepire il meglio nella qualità della formazione e i nostri territori possano avere una chance in più. Noi pensiamo che stare uniti, mettendo insieme il meglio che le nostre realtà universitarie possono offrire, sia un motore e una leva di sviluppo importante, ma non solo per questo territorio, per il paese intero, e con un'ambizione ancora più importante, diventare un punto di riferimento internazionale".
    Oliviero sottolinea la volontà di "essere una porta di accesso alle esperienze internazionali" e "vorremmo farlo - dice - sostenendo i nostri giovani, sostenendoli in tutte le forme, perché il nostro obiettivo è spiegare ai nostri giovani che devono avere il coraggio di tornare nei nostri territori, investire nei nostri territori. Ma non possiamo restare da soli, abbiamo bisogno che tutta la rete del mercato dell'industria, dell'impresa e del mercato del lavoro abbia contezza di un fatto: i nostri giovani sono straordinariamente bravi".
    I ragazzi secondo il rettore, "hanno bisogno che questa loro competenza venga riconosciuta sia in termini professionali che in termini retributivi" E per questo, "non posso accettare di leggere ancora oggi che i nostri laureati, i nostri dottori di ricerca sono i meno pagati d'Europa. Noi abbiamo delle eccellenze, non è un caso che i nostri giovani vengano richiamati tutti all'estero".
    Come università "anche oggi stiamo dando prova di visione.
    Abbiamo bisogno di costruire una rete ancora più convinta e ancora più forte e decisa", conclude. (ANSA).
   

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