Umbria

Jeanne Candel torna a Spoleto con la nuova creazione Baúbo

Lo spettacolo nel primo weekend del Festival dei Due Mondi

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 22 GIU - Segue la traccia del mito - filo conduttore della 60/a edizione del Festival dei Due Mondi, in programma dal 28 giugno al 14 luglio - Baùbo/sull'arte di non essere morto, il nuovo spettacolo di teatro musicale firmato da Jeanne Candel in scena a San Simone sabato 29 giugno alle ore 17.00 e domenica 30 giugno alle ore 18.30.
    Dopo il successo di Demi-Véronique e Le Crocodile trompeur / Didon et Énée, Candel torna al Festival dei Due Mondi insieme alla sua compagnia La vie brève con una nuova creazione ispirata al mito di Baùbo, uno dei personaggi più misteriosi della mitologia greca. Solo lei, anziana sacerdotessa, riuscì a far tornare il sorriso sulle labbra di Demetra, dea delle stagioni che disperata stava condannando la terra a un inverno senza fine per il dolore di aver perso la figlia Persefone rapita da Ade.
    Il gesto di Baùbo è semplice e rivoluzionario: si solleva le vesti e mostra il suo sesso a Demetra, che scoppia in un riso liberatorio. Un gesto comico e buffo che diventa simbolo di fertilità, desiderio, creazione.
    Lo spettacolo concepito da Candel - spiega una nota del Festival - è un'indagine interiore, un'esplorazione del corpo e dell'anima mentre sono travolti dalle tempeste della passione, per osservarne le espressioni selvaggiamente contrastanti. Nella storia di Baùbo si specchia la vicenda di una donna che soffre per una delusione d'amore. E però nel teatro musicale di Jeanne Candel, fatto di immagini e di movimenti, il testo è solo uno dei materiali su cui costruire. Sul palcoscenico gli attori sono anche musicisti, in un ensemble eterogeneo composto da violino, sassofono, chitarra classica ed elettrica, contrabbasso e percussioni, con la voce del mezzosoprano Pauline Leroy e la direzione musicale di Pierre-Antoine Badaroux. La storia di Baùbo si intreccia con le musiche di Dietrich Buxtehude e Heinrich Schütz.
    Un'anatomia della passione in cui ancora una volta musica e teatro si intrecciano. Candel racconta: "Ero un'adolescente quando vidi per la prima volta sul palco un lavoro di Pina Bausch. Fu uno shock, attraversavo un momento difficile e la sua arte ebbe il potere di salvarmi, cambiò la mia vita. Vedere quello spettacolo mi spinse verso il grande desiderio di creare". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it