Umbria

Studio, con il caldo anche le farfalle cercano l'ombra

La ricerca condotta nella Riserva Unesco del monte Peglia

Redazione Ansa

   Anche le farfalle risentono del caldo sempre più intenso e in estate si riparano all'ombra. Uno studio condotto nella Riserva Unesco del monte Peglia e coordinato insieme all'Università di Firenze spiega ora come fare a salvaguardarle dai cambiamenti climatici con un modello predittivo dei loro bisogni ed è stato pubblicato sulla rivista "Ecological indicators".

    Con il riscaldamento climatico le specie animali si stanno spostando verso le regioni settentrionali e le aree a maggior altitudine, viene spiegato. Secondo la Riserva Unesco del Peglia le zone collinari della regione mediterranea sono quindi a rischio di perdita di biodiversità con conseguenze imprevedibili sul funzionamento degli ecosistemi.

    Lo studio definisce le buone pratiche per conservare le farfalle in ambiente Mediterraneo ed è stato quindi per questo chiamato "Protocollo Peglia". I risultati infatti oltre a confermare che le farfalle prediligono le aree prative mantenute per lo sfalcio e per il pascolo, hanno evidenziato per la prima volta che, nei momenti più caldi, si allontanano cercando rifugio temporaneo nelle zone ombrose, in quelle prossime ai torrenti e salendo ad altitudini maggiori lungo la collina.

    Questo effetto - si legge in un comunicato della Riserva - sembra coinvolgere quasi la totalità delle farfalle, potenzialmente più dell'80 per cento degli individui.
    Tra i boschi diversi che offrono questo riparo è stato dimostrato che una gestione oculata del ceduo può portare grandi vantaggi agli impollinatori.

    Le conclusioni dello studio in termine di conservazione indicano che per conservare gli impollinatori dall'incremento dell'aridità prevista per l'ambiente mediterraneo è necessario preservare le linee d'acqua dal completo sfruttamento e promuovere un tessuto agricolo e forestale di tipo tradizionale basato su produzioni magari minori ma di alta qualità.

    Per il presidente della Riserva Unesco, Francesco Paola, l'area del monte Peglia diviene "nodo strategico per la sua collocazione e ponte dall'Europa verso l'Africa". 

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