Umbria

Commercio 'in affanno' in provincia di Perugia, meglio Terni

I dati in uno studio della Camera di commercio dell'Umbria

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 31 AGO - Dopo qualche anno di crescita che lo ha portato a recuperare e superare i livelli occupazionali pre-Covid, il settore del commercio in provincia di Perugia "è in affanno" nel 2024, con un calo degli addetti (sia familiari che dipendenti). Quella di Terni migliora invece ancora la performance occupazionale. Per il resto prosegue "inesorabile" la riduzione del numero delle imprese attive del settore, anche in questo caso con il calo più forte nella provincia di Perugia rispetto a quella di Terni. Un problema, quest'ultimo, che colpisce anche e soprattutto i negozi di prossimità, per cui l'Umbria è tra le regioni del centro in cui è più difficile raggiungere un esercizio in meno di 15 minuti, secondo la classifica stilata dal centro studi Tagliacarne e presentata lo scorso luglio.
    Sono, in grande sintesi, alcuni degli elementi che emergono dal report sul settore elaborato dalla Camera di commercio dell'Umbria, basato sui dati, aggiornati al secondo trimestre 2024, del Sistema camerale.
    Quanto ai motivi dell'affanno registrato in provincia di Perugia e che in manda in negativo il risultato regionale nonostante la crescita registrata nel ternano - rileva l'ente camerale in un comunicato -, potrebbe esserci la fine della coda della forte ripresa post Covid e la conseguente decelerazione della crescita economica e dei consumi.
    La flessione in provincia di Perugia ferma la crescita dell'occupazione nel commercio umbro: in un anno risultano persi 387 addetti, frutto del calo di 557 in provincia di Perugia e dell'aumento di 170 in quella di Terni. Se negli ultimi anni l'occupazione nel commercio umbro era cresciuta, recuperando e superando i livelli pre Covid, tra il secondo trimestre 2023 e lo stesso periodo 2024 si è fermata, con una riduzione di 387 addetti (-0,7%). In altre parole, la strutturale caduta degli addetti familiari che lavorano con lui nell'azienda, frutto della riduzione dei negozi più piccoli - se ne sono persi in un anno altri 585 - non è più compensata, come avveniva negli anni scorsi, dall'aumento degli addetti dipendenti, che lavorano nell'impresa appunto in qualità di dipendenti e non fanno parte della famiglia.
    Nella regione tra il secondo trimestre 2023 e 2024 si sono persi 286 addetti familiari e 101 dipendenti, meno 387. Ma la flessione si concentra in provincia di Perugia, dove ne sono stati persi 291 familiari e 266 dipendenti, meno 557, mentre in provincia di Terni gli addetti familiari tengono (+5) e quelli dipendenti crescono di 165. (ANSA).
   

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