Umbria

Fiom-Cgil chiede 'chiarezza' sul piano industriale dell'Ast

'Venuto il momento di lasciare perdere gli slogan' chiede

Redazione Ansa

(ANSA) - TERNI, 06 SET - Per Claudio Cipolla e Alessandro Rampiconi, segretari generale della Cgil e della Fiom di Terni, "è venuto il momento di lasciare perdere gli slogan, anche recenti dell'azienda, e le iniziative da campagna elettorale e fare chiarezza sulle azioni concrete che si devono intraprendere per capire se le linee guida del piano industriale di Ast, presentate il 5 febbraio 2022, sono confermate e realizzabili nei tempi utili, oppure valutare le ricadute in caso contrario".
    "Da oltre due anni - sostengono in una nota congiunta - come Fiom e come Cgil siamo in campo con una proposta di sviluppo sostenibile per il nostro territorio che affronta il tema delle aziende energivore e la scarsa competitività dell'Italia sui fattori localizzativi, a partire dai costi dell'energia fuori scala nel rapporto con gli altri paesi europei, mentre i livelli salariali rimangono i più bassi all'interno del vecchio continente".
    "Le amministrazioni locali - dicono Cipolla e Rampiconi - hanno avuto la nostra elaborazione che mette in relazione anche il fabbisogno energetico del territorio, i costi per le imprese e le famiglie, con l'impatto ambientale, puntando sull'utilizzo delle fonti rinnovabile e delle comunità energetiche previste nel Pnrr. Tutto questo, però, non è mai stato in discussione all'interno dell'Accordo di programma, perché non è stata prevista la presenza delle organizzazioni sindacali e nessuna istituzione ha mai aperto un confronto nel merito, limitandosi solo ad aggiornamenti sullo stato di avanzamento dell'accordo e a indicare date possibili per la chiusura, ad oggi, sempre disattese".
    Fiom e Cgil di Terni ricordano che nell'unica riunione al Mimit alla presenza di tutti gli stakeholder, a maggio 2023, le organizzazioni sindacali hanno appreso che i titoli dell'accordo di programma erano definiti e che mancavano "solo" due questioni importanti, ma collaterali, come l'energia e le infrastrutture.
    "Sarebbe oggi utile chiarire dove si è arenata quella discussione - concludono Cipolla e Rampiconi -. Di certo va tenuto conto che questo Governo non ha invertito la tendenza, rispetto all'assenza negli ultimi 30 anni di politiche industriali, e oggi, più che mai pesa l'assenza di un piano nazionale della siderurgia e di un piano nazionale energetico".
    (ANSA).
   

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