Umbria

Sindacati, infortuni sul lavoro siano al centro del dibattito politico

A Foligno assemblea di Cgil, Cisl e Uil con Rls e Rlst

Redazione Ansa

(ANSA) - FOLIGNO (PERUGIA), 10 SET - Gli infortuni sul lavoro sono ancora in aumento in Umbria e i sindacati chiedono di mettere questo tema al centro del dibattito politico.
    Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria hanno rilanciato da Foligno la loro piattaforma su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, riunendo in assemblea Rls e Rlst, ovvero le lavoratrici e i lavoratori che svolgono il ruolo di rappresentanti a tutela della sicurezza dei colleghi.
    "I dati Inail 2024 - è stato sottolineato - confermano che il fenomeno degli infortuni nei luoghi di lavoro in Umbria, anche mortali, è ancora vasto e sta toccando alti livelli di allarme sociale. Anche se in Umbria ci sono stati meno decessi nei primi sette mesi del 2024 (11 contro le 17 del 2023) non possiamo abbassare la guardia, visto che il numero di denunce di infortunio (6.292, +281 sul 2023) e di malattie professionali è aumentato ancora".
    All'incontro sono intervenuti anche i segretari generali Maria Rita Paggio (Cgil Umbria), Angelo Manzotti (Cisl Umbria) e Maurizio Molinari (Uil Umbria). Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza Cgil nazionale, ha concluso i lavori riconoscendo l'importante percorso unitario avviato in Umbria.
    "Quello di oggi - hanno rimarcato i sindacati nei loro interventi, secondo quanto riferiscono in una nota - è un appuntamento importante che vogliamo utilizzare per richiamare ancora una volta l'attenzione di tutta la nostra comunità su questo tema, a dieci mesi dalla presentazione della nostra piattaforma unitaria alle istituzioni, sulla quale sia la Giunta regionale che le associazioni datoriali non ci hanno degnato di una risposta Lo facciamo oggi alla vigilia della campagna elettorale per la Regione, con l'obiettivo di inserire questa piattaforma nella discussione programmatica delle forze politiche".
    I dati sugli infortuni sul lavoro in Umbria indicano che il settore più colpito è quello dell'industria e servizi con 4623 denunce di infortunio nei primi sette mesi del 2024 (entrando ancora più nel dettaglio 1252 nell'industria, 652 nell'artigianato, 1112 nel terziario. In agricoltura siamo passati da 435 a 453. Gli infortuni crescono a Perugia da 694 a 813 come a Terni, da 120 a 130 anche se in provincia di Terni le denunce sono scese nei sette mesi di riferimento, da 1250 a 1215, salendo di conseguenza di più in quella di Perugia da 4761 a 5215.
    La classe di età più colpita è quella che va da 45 a 59 anni.
    "L'impegno messo in campo negli ultimi anni, attraverso le modifiche normative e l'aumento delle risorse umane ed economiche negli organi di controllo, è certamente un segnale importante che sta già facendo registrare una crescita rilevante nel numero delle indagini e verifiche svolte nei luoghi di lavoro - hanno osservato Cgil, Cisl e Uil - ma questo non è assolutamente sufficiente per affrontare i problemi, in particolare in settori a rischio come in agricoltura e l'edilizia, dove anche l'irregolarità del lavoro è più diffusa".
    I sindacati chiedono dunque "che la Regione si faccia promotrice di una continua collaborazione tra Inail, Inps, Ispettorato nazionale del lavoro, carabinieri e Usl, per garantire un lavoro 'degno e dignitoso'".
    Oltre alla formazione di tutti i lavoratori (compresi quelli stranieri) e dei datori di lavoro, Cgil, Cisl e Uil chiedono che nelle aziende vi siano investimenti sull'utilizzo di nuovi materiali (materie prime che in lavorazione non compromettano la salute), di nuove tecnologie. È poi "determinante", secondo le organizzazioni dei lavoratori, dare vita ad un progetto di diffusione della cultura della sicurezza, unita alla affermazione dei diritti dei lavoratori nelle scuole medie superiori.
    "In Umbria - hanno sottolineato ancora i sindacati nei loro interventi -l'attuale Giunta regionale non ha voluto ascoltare le nostre ragioni e non ha preso minimamente in considerazione le nostre proposte, fatta eccezione per un intervento sui colpi di calore nei settori dell'edilizia e dell'agricoltura, che è servito comunque a scongiurare eventi gravi rispetto ai fenomeni climatici". (ANSA).
   

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