Umbria

Consiglieri Pd, legge sulla famiglia è occasione mancata

'Passo indietro rispetto a testo 2015' sostengono

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 17 SET - "L'approvazione a maggioranza, ad un mese dalle elezioni, della 'Legge sulla famiglia' rappresenta un'occasione mancata per dare all'Umbria un messaggio di unità e coesione della politica rispetto ad un tema centrale che dovrebbe unire e non dividere. Quella scelta dalla maggioranza è stata una strada forzata che ha impedito che una legge potesse contenere elementi di maggiore apertura in termini di diritti.
    Di fatto rappresenta un passo indietro rispetto al testo unico del 2015 in cui era stata riconosciuta centralità al termine famiglie e non solo alla cosiddetta famiglia tradizionalmente intesa": lo affermano i consiglieri regionali Simona Meloni, Tommaso Bori, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli, Pd. "Grazie al lavoro svolto dal mondo delle associazioni per i diritti civili con cui abbiamo collaborato in questi mesi, l'impianto normativo approvato oggi - spiegano - rappresenta un testo comunque migliorato per alcuni aspetti rispetto a quello previsto in prima stesura, fortemente intriso di temi ideologici".
    "Nonostante abbiamo presentato ben sette emendamenti - sostengono i consiglieri del Pd - migliorativi e non certo ideologici sui temi della fertilità contro le discriminazioni e gli stereotipi, sui consultori, sui tempi di conciliazione tra lavoro, scuola e famiglia, sull'attenzione ai più fragili, sulla parità di genere nelle famiglie, sui servizi di mediazione familiare gratuita, sui familiari caregiver e sulla Consulta regionale per le famiglie, la maggioranza ha deciso di trincerarsi dietro le proprie posizioni preconcette. Avevamo chiesto inoltre che in tutti gli articoli venisse sostituita la parola 'famiglia' con 'famiglie', perché la società odierna ha imposto un cambiamento radicale: sono diverse le tipologie dei nuclei familiari sia per il progressivo invecchiamento della popolazione, sia per una frammentazione globale delle relazioni.
    Abbiamo deciso di non votare questa legge, pur riconoscendo l'importanza di aver previsto risorse importanti e strutturali per il sostegno delle famiglie, perché era necessario dare alla legge una visione più moderna e più inclusiva che tenesse conto di famiglie unipersonali, single, famiglie composte da un solo genitore e un figlio, famiglie ricostruite, formate successivamente a un precedente matrimonio, famiglie di fatto o unioni civili, conviventi non sposati. Tutte realtà che la maggioranza disconosce, negando la realtà. Cittadini e cittadine che questa destra ha impedito che venissero riconosciuti come destinatari di diritti. Una scelta sbagliata e antistorica - concludono Meloni, Bori, Bettarelli e Paparelli - che continueremo a contrastare in tutte le sedi". (ANSA).
   

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