(ANSA) - PERUGIA, 21 SET - Il sistema produttivo culturale e
creativo dell'Umbria nel 2023 ha prodotto 1,12 miliardi di euro
di valore aggiunto e 20.728 occupati.
Il Spcc rappresenta il 4,8% del valore aggiunto dell'economia
umbra (la media nazionale è del 5,6%) e il 5,5% dell'occupazione
regionale (la media nazionale è il 5,9%). Le imprese del Spcc
nella regione ammontano - sempre nel 2023 - a 3mila 882.
Emerge dal rapporto "Io sono Cultura 2024" - e
dall'elaborazione che di vari di questi dati ha fatto la Camera
di commercio dell'Umbria - realizzato come ogni anno (è giunto
alla 14/a edizione) da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro
studi Tagliacarne e Deloitte, con la collaborazione
dell'Istituto per il credito sportivo e culturale, Fondazione
Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della
Cultura.
"Cultura e bellezza - affermano i curatori - in Italia sono
tratti identitari radicati nella società e nell'economia. Da qui
il titolo del rapporto 'Io sono cultura', e grazie alla loro
forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle
più forti identità produttive del mondo, il made in Italy".
Il sistema produttivo culturale e creativo suddivide in
attività core cultura (industria creative, industrie culturali,
patrimonio storico-artistico, performing arts) e creative
driven, ossia attività che, pur non facendo parte della filiera
cultura, impiegano contenuti e competenze culturali e creative
per accresce il valore dei propri prodotti (grafici o
illustratori, designer, architetti, comunicatori, fotografi,
sviluppatori videogame, registi, autori/scrittori, storyteller,
attori/performers, musicisti, videomaker, artisti, organizzatori
di eventi).
Per quanto riguarda le attività core cultura, il valore
aggiunto prodotto nel 2023 in Umbria è pari a 537 milioni di
euro, che rappresentano il 2,3% del totale dell'economia umbra,
mentre le attività creative driven presentano un valore aggiunto
di 582 milioni di euro, il 2,5% del totale dell'economia
regionale.
In altre parole, degli 1,12 miliardi di euro di valore
aggiunto realizzati in Umbria dal sistema produttivo culturale e
creativo, il 47,9% è riconducibile alle attività core e il 52,1%
a quelle creative driven.
Per quanto riguarda l'occupazione, sempre nel 2023 in Umbria
le attività core contano 10.967 addetti e quelle creative driven
20.728. La situazione nella regione si inverte, quindi - spiega
una nota della Camera di commercio - rispetto a quanto visto per
il valore aggiunto: nelle attività core l'occupazione
rappresenta il 52,9% di quella totale del sistema produttivo
culturale e creativo e le attività creative driven il 47,1%.
Di conseguenza, la produttività del lavoro per addetto (è
data dalla divisione tra valore aggiunto e numero di occupati ed
è importante perché è il principale indicatore del livello di
benessere del settore ed è fattore determinante per il livello
delle retribuzioni) nel 2023 in Umbria è più alta nelle attività
creative driven (59.625 euro per occupato) che in quelle Core
(48.965 euro). In entrambi i casi, tuttavia, la produttività del
lavoro in Umbria è inferiore a quella media nazionale del 24,9%
nelle attività core e del 15% in quelle creative driven.
Complessivamente, per quanto riguarda l'intero sistema
produttivo culturale e creativo, nel 2023 la produttività del
lavoro nella regione è di 54.033 euro per addetto, contro i
67.316 euro della media nazionale. Il divario a sfavore
dell'Umbria è, quindi, di 13.283 euro annui, il che significa
-19,7%.
L'Umbria, tuttavia, è la sesta regione per crescita del
valore aggiunto del Spcc tra il 2022 e il 2023 e la quarta
regione per aumento dell'occupazione, a dimostrazione di come,
benché sia ancora indietro in termini di valore aggiunto e, in
parte minore di occupazione, nel sistema produttivo culturale e
creativo, stia crescendo da qualche anno più della media
nazionale, recuperando terreno. Ed è da considerare l'importanza
del Spcc per lo sbocco occupazionale dei laureati, che
rappresentano il 47,7% degli addetti (51,9% nelle attività core
e 40,8% in quella creative driven), contro il 25,5% dell'intera
economia. Si tratta, in valori assoluti, di 9.911 addetti
laureati su un totale di 20mila 728. Come va osservato che
cresce il ruolo dei giovani, in tutti i settori culturali sia
nella produzione che nella fruizione.
Emerge tuttavia una certa precarietà, concentrata in
specifici comparti con quote di lavoratori con contratto a
termine rilevanti nelle performing arts e arti visive (30,8%),
attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico
(23,9%) e nel settore dell'architettura e design (20,2%).
Infine è da evidenziare come, sul totale della spesa
turistica, quella legata a consumi culturali rappresenti in
Umbria la percentuale più alta in Italia dopo quella del Lazio
(in quest'ultima regione la spesa turistica legata ai consumi
culturali supera l'80% della spesa turistica totale, segue
appunto l'Umbria tra il 75% e l'80%).
I curatori del rapporto "Io sono Cultura" rilevano che "la
Regione Umbria sperimenta dal 2022 bandi sul 'welfare culturale
per la crescita sociale' per promuovere la cooperazione
intersettoriale e multicanale dei musei e di altri luoghi della
cultura, favorendo lo sviluppo di reti con enti del terzo
settore e con il mondo della sanità, per il contrasto della
marginalizzazione e dei disagi dei soggetti più vulnerabili. Nel
2022 sono stati investiti 160mila euro su dieci progetti, e nel
2023, con risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale-Fesr
2021-2027, 400mila euro per finanziare 12 progetti di Icc
(imprese culturali creative, ndr), sostenendo le sperimentazioni
avviate". (ANSA).
Dal sistema culturale in Umbria 1,12 miliardi di valore aggiunto
Sono 20.728 gli occupati secondo i dati del 2023