Umbria

Sindacati inquilini chiedono revisione legge case popolari

Contestata esclusione anche di familiari di chi compiuto reati

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 02 OTT - La revisione della legge regionale 23 del 2022, che con la modifica del 2023, "esclude tutti coloro che hanno compiuto reati, anche se passati in giudicato e se non è stata richiesta la riabilitazione, dall'assegnazione degli alloggi popolari, anche per tutti i componenti del nucleo familiare" è la richiesta dei sindacati degli inquilini.
    Posizione espressa in una conferenza stampa presso la sede della Uil e alla quale hanno partecipato la segretaria nazionale del Sunia, Cristina Piastrelli, i referenti umbri, Rossano Iannoni, Sicet, Gino Bernardini, Uniat Gianluca Ciambelli e Unione degli inquilini con Ribac Aurel.
    "Tale norma ha profili di incostituzionalità - hanno sostenuto i sindacati - perché lede il diritto alla casa. Il concetto di estendere il divieto di assegnazione ai membri del nucleo familiare di una persona che ha commesso un reato, pur passato in giudicato, viola il principio secondo il quale la giustizia penale è personale".
    Contestato anche - è detto in un comunicato diffuso dalla Uil - il fatto che si pretenda di chiedere una riabilitazione per un reato la cui pena è stata scontata.
    I sindacati confederali e degli inquilini, che puntano ad una class action, chiedono di modifica della legge e pongono il tema ai candidati presidente della Regione. "Esistono 1.000 appartamenti dell'Ater vuoti - affermano -, perché non possono essere assegnati per lo stato in cui si trovano. Si tratta del 13 per cento dei beni dell'Ater. Chiederemo al prossimo presidente di mettere a bilancio almeno 4 milioni di euro per le manutenzioni, almeno di 200-300 appartamenti l'anno". (ANSA).
   

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