Umbria

In un libro i 60 di storia della sede Rai dell'Umbria

Fatti e curiosità raccontati da Alvaro Fiorucci e Gino Goti

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 03 OTT - Nel giorno dei 65 anni dall'inaugurazione della sede Rai dell'Umbria, il 3 ottobre 1959, è stato presentato a Perugia il libro "La Rai in Umbria" scritto dal giornalista Alvaro Fiorucci, già responsabile della sede, e dal regista Gino Goti. Pubblicato da Morlacchi Editore, propone 110 personaggi della sede, da Biagio Agnes a Sergio Zavoli, da Maurizio Costanzo a Paolo Valenti. Ci sono poi i giornalisti, tecnici e impiegati della prima redazione inaugurata in via Baglioni, e quelli che in via Masi, sempre a Perugia, dal 1981 hanno potenziato il radicamento sul territorio.
    Il volume è stato illustrato alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori. Con gli autori ne hanno parlato Maria Concetta Mattei, direttrice della Scuola di giornalismo di Perugia, Luca Ginetto, capo redattore Rai-TgR Umbria, e Giovanni Parapini, direttore della sede regionale.
    Nel libro si ricorda Claudio Villa che arriva rombando per corso Vannucci e non si toglie la tuta da motociclista neppure per registrare il suo programma, i retroscena delle sfide di Todi e Gubbio a "Campanile sera" condotto anche da Mike Bongiorno ed Enzo Tortora, quindi l'imprevisto successo negli anni '60-'70 di "Qua e là per l'Umbria" un varietà in dialetto interpretato, tra gli altri, da Rita Dottorini e Pasquale Lucertini diventato fenomeno di massa. E poi il 1979 la nascita dei telegiornali e della programmazione locale della terza rete.
    "La sede della Rai di Perugia - ha detto Fiorucci - per almeno un ventennio è stata una dependance importante degli studi radiofonici di Roma. Poi dal 1979 è cominciata la grande avventura che ha portato l'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo sul territorio e che ancora la TgR sta portando avanti con notevole successo".
    Il giornalista ha quindi sottolineato che il libro "non è un saggio, non è per addetti ai lavori". "È rivolto a tutti - ha aggiunto -, perché attraverso il racconto di personaggi, episodi e situazioni a volte anche curiose presenta una sorta di dietro le quinte di quello che è arrivato nelle case di chi accende il televisore". (ANSA).
   

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