Umbria

Sabato la consegna del premio monache Santa Rita da Cascia

Riconoscimento all'imprenditrice piemontese Paola Veglio.

Redazione Ansa

(ANSA) - CASCIA (PERUGIA), 08 OTT - Ideato dalle monache del monastero Santa Rita da Cascia per promuovere un'imprenditoria ispirata al Vangelo e un'economia solidale, il premio "Madre Maria Teresa Fasce" sarà consegnato sabato 12 ottobre, alle 17,15, a Cascia, nella Basilica Inferiore del Santuario di Santa Rita. Il riconoscimento, alla seconda edizione, è racchiuso nella festa liturgica della beata madre Maria Teresa Fasce, badessa del monastero agostiniano, che nel 1900 ha permesso la diffusione mondiale del culto e dei valori ritiani, cambiando anche il corso della storia di Cascia. Il premio sarà consegnato all'imprenditrice piemontese Paola Veglio.
    "Il premio Madre Fasce - ha commentato la madre priora del monastero, suor Maria Rosa Bernardinis - è dedicato alle donne che scelgono di essere protagoniste della necessaria rivoluzione solidale dell'economia facendo impresa non solo per il profitto, ma per generare impatto sociale e umano. In società segnate da crisi, conflitti e disuguaglianze, il modello di imprenditoria ispirato al Vangelo che la Fasce ci insegna è più attuale che mai e richiama all'etica e alla sostenibilità".
    "Lei è stata una vera 'imprenditrice di Dio', che nel 1900 ha costruito a Cascia, e da qui diffuso, un'impresa del bene, fondata sulla carità e sui valori cristiani incarnati da Santa Rita", ha spiegato la religiosa. "In questo tempo sempre più lacerato dalle guerre, aprire il cuore agli altri in ogni ambito, sociale, economico e politico, mettendo le persone prima di ogni interesse personale e al centro di ogni azione, vuol dire promuovere anche la pace", ha concluso la priora.
    Il premio, opera d'arte unica che rappresenta la concretezza della carità, è una piramide dalla base esagonale sovrastata da un fiore i cui petali diventano fiamme e custodiscono il cuore infiammato agostiniano. È realizzato da suor Elena Manganelli, artista e monaca agostiniana, che sulla parte frontale ha inserito delle piccole api, a richiamare la simbologia ritiana, l'operosità e le Apette dell'Alveare, come la Fasce chiamò nel 1938 le bambine, allora orfane, accolte dalle monache. (ANSA).
   

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