Umbria

Appello sindacato-Ordine giornalisti sulla par condicio

'Non concepita per non parlare' sostengono

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 28 OTT - "A seguito di ripetuti episodi verificatisi di recente e riguardanti il regime di par condicio durante la campagna elettorale, l'Associazione stampa umbra e l'Ordine dei giornalisti ritengono opportuno intervenire per ricordare i contenuti e i destinatari della legge 22 febbraio 2000 al fine di evitare, come purtroppo accaduto, che l'esercizio del diritto-dovere dei giornalisti di informare i cittadini su fatti di evidente interesse pubblico venga limitato da interpretazioni errate ed esorbitanti della suddetta normativa": lo si legge in una congiunta.
    "Vari soggetti pubblici - sostengono Asu e Odg - hanno infatti confuso in alcune circostanze il divieto di comunicazione istituzionale con un più generale silenzio anche su materie che non hanno diretto interesse con la campagna elettorale e che anzi riguardano il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Responsabili e funzionari, appellandosi alla par condicio, in numerose occasioni non hanno rilasciato dichiarazioni esplicative su argomenti di pubblico interesse e non attinenti direttamente alla campagna elettorale.
    La par condicio però è stata concepita per evitare disparità nella comunicazione istituzionale e politica da parte di rappresentanti politici e non certo per imporre il silenzio alla pubblica amministrazione. Il racconto di aspetti della realtà che impattano ogni giorno sulla vita delle persone rappresenta un interesse collettivo che non può essere limitato da applicazioni non corrette della par condicio. Asu e Odg richiamano quindi ad una più attenta interpretazione della normativa onde evitare un corto circuito informativo che già si è avuto modo purtroppo di sperimentare, spesso, con le nuove leggi sulla presunzione di innocenza e consentendo ai giornalisti di svolgere a pieno il loro lavoro nell'interesse collettivo e nel pieno rispetto del dettato costituzionale e del ruolo riconosciuto alla stampa dalle leggi nazionali e dalla Ue". (ANSA).
   

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