Umbria

Giovani e piano territorio centrali per Confindustria Umbria

Per Briziarelli 'centralità della manifattura'

Redazione Ansa

(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 05 NOV - Giovani, piano industriale strategico di territorio, centralità della manifattura e apertura ad altre regioni sono le "questioni centrali", secondo Confindustria, da affrontare per dare una prospettiva all'Umbria. Ad elencarle è stato il presidente Vincenzo Briziarelli nel corso dell'assemblea generale dell'associazione.
    "Sono sempre più numerosi i giovani che lasciano la regione per costruirsi altrove un futuro formativo e professionale. È una perdita di risorse straordinaria, non bilanciata dai flussi di ritorno né dall'attrazione di altre competenze. È un tema nazionale, ma dobbiamo cercare di dare risposte anche a livello locale. Non possiamo rimanere passivi di fronte ad un fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti" ha aggiunto.
    "Credo sia necessario investire sulle eccellenze universitarie, nelle imprese, nei servizi, nel territorio - ha detto Briziarelli - per offrire ai giovani quelle opportunità che trovano nelle città che questi investimenti li hanno realizzati da anni".
    Per il presidente di Confindustria Umbria è poi "necessario creare un rapporto ancora più stretto tra Istituzioni, parti sociali, associazioni, università, per definire un Piano industriale di medio lungo periodo che, partendo dalla valorizzazione dei tanti punti di eccellenza esistenti, possa disegnare un quadro organico degli obiettivi a cui tendere e degli strumenti necessari per raggiungerli".
    Un ruolo rilevante, secondo Briziarelli, avranno in questo contesto anche le relazioni industriali "che auspichiamo libere da retaggi di culture antiaziendalistiche". "Ribadiamo - ha aggiunto - la nostra disponibilità ad una collaborazione franca con le organizzazioni sindacali, con le quali dovremo anche affrontare con rinnovato impegno il tema della sicurezza sul lavoro".
    In Umbria, ha inoltre spiegato Briziarelli, "non c'è abbastanza manifattura, che incide per il 15% del valore aggiunto regionale". "Se la regione vuole progredire, deve far crescere le imprese presenti e attrarne di nuove, perché la manifattura - ha proseguito - genera occupazione di qualità, alimenta la produttività, eleva le competenze, moltiplica il reddito visto che ogni euro investito nella manifattura genera un impatto nel sistema economico di quasi 3 euro".
    Per sostenerla, secondo Briziarelli, "potrebbe essere utile attivare contratti di sviluppo regionale, sostenere i progetti di ricerca ed innovazione di filiera, istituire dei Centri di competenza sul digitale, simili a quelli presenti in altre regioni".
    Infine, per Confindustria l'Umbria deve collocare la sua strategia di sviluppo "in una prospettiva interregionale".
    "L'Hub tra Abruzzo, Umbria e Marche, presieduta dal rettore Oliviero, è un'esperienza pilota" ha ricordato Briziarelli. Che poi ha aggiunto: "La regione deve creare connessioni forti, corridoi, con le aree limitrofe e con quelle più sviluppate del Paese, perché la dimensione locale spesso non è sufficiente per politiche adeguate ai tempi. Questo vale per la crescita dei cluster industriali, per il trasferimento tecnologico, per l'intelligenza artificiale, per il calcolo ad alte prestazioni, per la sicurezza informatica, la sanità, le infrastrutture, il turismo, la formazione e per tanti altri settori".
    E con lo spirito di "guardare avanti e preparare il futuro", Briziarelli in conclusione ha ricordato alcune delle linee guida per lo sviluppo regionale, sintetizzate in 17 progetti bandiera illustrati nelle Studio "Umbria 2032". (ANSA).
   

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