Umbria

Sindaca Perugia, 93,4% donne italiane vittima di italiani

'Non rincorrere nemici immaginari' chiede Ferdinandi

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 25 NOV - "Siamo portati a pensare che questo fenomeno appartenga alla dimensione della devianza e della psicopatologia o abbia a che fare con i migranti. Invece non abbiamo bisogno di rincorrere nemici immaginari. Il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani": parlando di violenza sulle donne lo ha sottolineato la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, civica-centrosinistra, intervenendo al Consiglio comunale aperto che si è svolto nel capoluogo umbro.
    Nel corso del quale ha ringraziato i partecipanti "perché ci ricordano che la violenza di genere non è un problema marginale e per essersi opposti a quel grande processo di rimozione per cui si arriva a credere che il maschio che fa violenza sia lontano dalle nostre case e dai nostri posti di lavoro". Siamo portati a pensare che questo fenomeno appartenga alla dimensione".
    "Se continuiamo a credere che il femminicidio e la violenza siano eventi di cronaca rispetto a cui non possiamo fare niente - ha detto Ferdinandi, secondo quanto si legge in una nota del Comune -, continuiamo a perpetrare una narrazione deresponsabilizzante. Al contrario dobbiamo riconoscere che per estirpare la violenza di genere dobbiamo estirparla nella nostra cultura, nei nostri gesti quotidiani. Per questo il nostro primo impegno contro la violenza di genere sarà promuovere l'educazione alla parità di genere. Siamo convinti che nelle scuole debbano entrare l'educazione affettiva e sessuale. Siamo altrettanto sicuri di dover fare un enorme lavoro per ridurre il gender gap nei salari, visto che nel nostro Paese le donne hanno un salario più basso del 30% rispetto ai colleghi uomini. Per questo lavoreremo per costruire un bilancio di genere che offra una fotografia reale da cui ripartire. Ricordiamoci anche che nella nostra regione 33 mila donne tra 15 e 70 anni sono state vittime di abusi e violenza sul lavoro: è quindi necessario - ha concluso Ferdinandi - anche entrare nelle imprese e fare formazione sul rispetto e la parità di genere". (ANSA).
   

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