(ANSA) - TERNI, 29 NOV - E' alta in varie aziende del settore
privato - secondo i primi dati provvisori dei sindacati -
l'adesione in Umbria allo sciopero generale, proclamato da Cgil
e Uil, per chiedere di cambiare la manovra di bilancio,
aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione,
servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Uno
stop di 8 ore per tutti i settori, ad eccezione dei trasporti
dove è di quattro 4 ore: per bus e metro dalle 9 alle 13.
Esclusi dallo stop i treni.
Sempre secondo fonti sindacali l'astensione dal lavoro è del
95 per cento all'Ast di Terni e tra il 70 e l'ottanta in diverse
altre aziende.
Non ancora disponibili invece i dati dell'adesione per il
settore pubblico e trasporti. In Umbria la manifestazione di
Cgil e Uil Umbria si svolge a Terni. (ANSA).
Il sindaco di Parrano Valentino Filippetti sostiene lo sciopero generale di Cgil e Uil. "Da giorni tutti gli organi informazioni parlano dei disagi provocati dallo sciopero, soprattutto nei trasporti, non si parla quasi mai dei disagi che sono alla base dello sciopero" afferma in una nota diffusa dall'ufficio stampa della Provincia di Terni. "Partiamo dalle questioni economiche - afferma Filippetti -. Negli ultimi venti anni mentre i salari di tutti i paesi europei con cui ci confrontiamo sono aumentati, (Germania 10,5 per cento, Francia 9,6, Spagna 2,5) in Italia sono calati dell'1 per cento. Ci sono tantissime categorie che attendono il rinnovo dei contratti di lavoro, per non parlare dei milioni di lavoratori sottopagati e senza tutela. Accanto a questo bisogna considerare l'aumento del costo della vita. Se prendiamo i 100 beni essenziali in venti anni i prezzi sono triplicati. Poi dobbiamo considerare il salario accessorio, il cosiddetto welfare. Sanità, scuola, servizi, tutto peggiorato, per non parlare dei tagli ai Comuni. Più che uno sciopero ci vorrebbe una rivoluzione. Per questo motivo il Comune di Parrano nei giorni scorsi ha incontrato i sindacati e ha dichiarato il proprio sostegno alle rivendicazioni poste a base dello sciopero generale, chiedendo con forza un cambiamento della Legge finanziaria. Meno soldi per le armi e più risorse per sviluppo, reddito e servizi, oltre ad un'informazione più seria e corretta anche se facciamo affidamento sull'intelligenza degli italiani che comunque ogni giorno devono fare la spesa, mettere la benzina e pagare le bollette".
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