Umbria

Arcudi, su regolamento case popolari fatta scelta ingiusta

Da capogruppo Umbria civica 'preoccupazione per le modifiche'

Arcudi, su regolamento case popolari fatta scelta ingiusta

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 31 GEN - "Una scelta ingiusta che discrimina chi ha sempre rispettato le regole e vive nel territorio da anni": così il capogruppo regionale di Tesei presidente - Umbria civica, Nilo Arcudi, esprime la propria "forte preoccupazione per le recenti modifiche al regolamento delle case popolari proposte dall'assessore Barcaioli ed approvate dalla Giunta". "Le nuove norme - sostiene - penalizzano ingiustamente i cittadini che rispettano la legge, i residenti storici e chi da anni vive nel territorio, privilegiando invece criteri che rischiano di creare disparità e tensioni sociali".
    "Queste modifiche - dice Arcudi in una nota diffusa da Palazzo Cesaroni - rappresentano un affronto ai principi di equità e giustizia sociale che dovrebbero guidare le politiche abitative. Chi ha sempre rispettato le regole, chi risiede nel territorio da anni e chi ha contribuito alla crescita della comunità umbra si vedrà ora scavalcato da criteri che non tengono conto del merito e della storia delle persone. Le nuove norme, infatti, introducono parametri di accesso alle case popolari che rischiano di escludere proprio coloro che hanno dimostrato attaccamento al territorio e rispetto delle regole.
    Questa è una scelta miope e dannosa, che rischia di creare ulteriori disuguaglianze e di alimentare malcontento tra i cittadini. Chiediamo alla Giunta di rivedere le modifiche al regolamento, garantendo che i criteri di accesso alle case popolari siano equi, trasparenti e rispettosi dei diritti di chi vive e lavora in Umbria da anni e non premino chi agisce contro i principi della legalità. Non possiamo permettere che politiche sbagliate danneggino ulteriormente i nostri concittadini che vivono situazioni di disagio e difficoltà ed hanno realmente diritto ad una casa per costruire la propria prospettiva di vita e di lavoro". (ANSA).
   

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