Umbria

Giovannini, momento molto difficile per la sostenibilità

'Trump l'ha messa tra parole vietate' dice l'economista

Giovannini, momento molto difficile per la sostenibilità

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 19 MAR - "È un momento molto difficile per chi si occupa di sostenibilità, anche perché l'amministrazione Trump ha introdotto nella lista delle parole vietate proprio sostenibilità, crisi climatica, cambiamento climatico": lo ha affermato con l'ANSA l'economista e statistico Enrico Giovannini a margine della sua lectio magistralis dal titolo "Le sfide globali per lo sviluppo sostenibile" che ha tenuto all'Università per Stranieri di Perugia. Il già già Ministro delle infrastrutture e del lavoro, ha poi sottolineato che ci sono, anche in altri luoghi del mondo, delle reazioni a un movimento che invece "sta non solo prendendo piede, ma dimostrando che investire in sostenibilità e in transizione ecologica e digitale conviene".
    "Conviene alle imprese, alle comunità, per esempio pagando bollette elettriche più basse" ha proseguito Giovannini evidenziando come ci sia "indubbiamente una battaglia ideologica". "Molti pensano - ha detto - che la crisi climatica non esiste perché chi ha interesse a mantenere lo status quo e quindi non essere obbligato, per esempio, a rinunciare al proprio business per energie rinnovabili, ha dietro delle lobby molto forti".
    Insomma, per Giovannini il processo è "molto complesso", quindi anche per il ciclone Trump che si è abbattuto a livello globale. "Da un certo punto di vista - ha sostenuto - questo ha smascherato il greenwashing il socialwashing, visto che è abbastanza impressionante quanto alcune imprese americane abbiano immediatamente abbandonato le politiche sbandierate sulla diversità, l'inclusione, ma anche sulla transizione ecologica".
    Perché? "Perché - ha risposto Giovannini - questa volta la pressione dell'amministrazione americana è molto più forte della prima. Durante la prima amministrazione Trump, nonostante tutti i proclami del presidente, ci fu il numero massimo di chiusura di centrali a carbone e la quantità massima storicamente di nuovi impianti rinnovabili. Adesso, forse avendo imparato da quell'approccio, c'è molta più rigidità normativa sull'installazione, per esempio, di rinnovabili per evitare che il mercato, che va in questa direzione perché è più conveniente, smentisca quello che il presidente dice".
    Ma anche a livello europeo, secondo l'ex ministro, ci sono forze che spingono in direzione opposta. "Ora c'è questa proposta della Commissione europea, il cosiddetto Omnibus, che contiene varie semplificazioni utili, ma ha anche degli elementi che invece presentano degli arretramenti molto forti" ha concluso l'ex ministro. (ANSA).
   

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