Umbria

Bori, sull'aumento dell'Irpef ci si può confrontare

'Molto arrabbiati con chi governato' dice vicepresidente Umbria

Bori, sull'aumento dell'Irpef ci si può confrontare

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 24 MAR - Per Tommaso Bori, il vicepresidente della Giunta regionale che ha la delega al bilancio sull'aumento dell'Irpef "ci si può confrontare". "Noi ci siamo da 90 giorni siamo molto arrabbiati con chi ha governato cinque anni e ridotto i conti della sanità in condizioni drammatiche", sottolinea in un intervista al Messaggero.
    "Se avessimo voluto essere cinici, pensando di trarre un vantaggio da questa situazione, avremmo potuto fare la mossa più semplice: aspettare maggio, lasciar commissariare al governo e far scattare tutte le tasse e le aliquote al massimo, facendo ricadere la responsabilità su altri. Ma sarebbe stato un disastro" ha affermato ancora Bori. "Abbiamo scelto l'etica della responsabilità, ci stiamo assumendo l'onere di rimettere in ordine i conti della sanità con scelte difficili" ha aggiunto.
    Per il vicepresidente della Regione in caso di commissariamento della sanità ci sarebbero stata "conseguenze terribili". "In quel caso - ha aggiunto - la manovra sarebbe stata subito da 120 milioni e non da 90. Con tutte le aliquote al massimo, 30 milioni sarebbero stati ricavati dal ceto medio e ben 10 dai redditi più bassi, sotto 15mila euro, che nella nostra proposta non saranno toccati".
    "Abbiamo lavorato giorno e notte, in emergenza - ha rivendicato Bori -, per essere in condizioni presentarci al Mef con i conti in ordine. Ora avvieremo la fase di ascolto con sindacati, parti sociali, amministrazioni locali per un confronto reale, necessario prima dell'approvazione della manovra da parte dell'assemblea legislativa. Perché è lì che si approvano le leggi".
    Bori ha assicurato che la Regione "non aumenterà solo le tasse". "Non faremo solo questo - ha detto ancora -. Avvieremo una revisione della spesa e la riorganizzazione della Regione, per individuare eventuali sprechi e inefficienze, così da destinare più risorse possibili agli investimenti, come il cofinanziamento dei fondi europei per la crescita, e ai servizi alla persona, come il sociale, i trasporti e le politiche attive del lavoro. Inoltre crediamo che anche la politica possa e debba dare un segnale. Ho chiesto alla presidenza del Consiglio di contribuire alla riduzione della spesa. Nella scorsa legislatura avevo presentato una proposta che non venne mai discussa. Credo sia giusto intervenire su questo, è un segnale anche se non sarà certo quello a risolvere il problema enorme dei conti della sanità, ma va fatto". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it