Umbria

Carabinieri Tpc consegnano 2mila reperti al Manu di Perugia

Pezzi recuperati con una indagine della Procura di Crotone

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 25 MAR - Più di 2mila reperti archeologici sono stati formalmente consegnati questa mattina al Museo archeologico nazionale dell'Umbria, a Perugia, dal nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale. Sono parte di un più ampio lotto di 10mila pezzi recuperati nell'ambito dell'indagine "Achei", svolta tra il 2017 e il 2018 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone.
    I materiali destinati al Museo archeologico, definiti "dall'eccezionale valore storico", sono in fase di analisi e studio da parte di un team del polo museale guidato dalla direttrice Tiziana Caponi. Saranno anche oggetto di una attività di restauro a fini espositivi.
    "Questa è l'assegnazione più cospicua fatta a questo museo.
    Con un progetto di riallestimento, ci sarà una sezione dedicata ai reperti sequestrati": lo ha annunciato la direttrice Caponi durante la consegna dei reperti, alla presenza del colonnello Diego Polio (comandante nucleo Tpc Roma), del capitano Giacomo Geloso (comandante Tpc Cosenza), di Luigi La Rocca (direttore generale archeologia belle arti e paesaggi), di Massimo Osanna (direttore generale musei) e di Costantino d'Orazio (direttore musei nazionali di Perugia).
    Tra i materiali assegnati al Manu, è stato sottolineato durante la cerimonia, figurano oggetti italici, etruschi, greci e magnogreci. Sono stati sequestrati nell'ambito delle indagini che hanno portato a smantellare un vasto traffico internazionale di beni archeologici ed hanno interessato anche il territorio del capoluogo umbro. Questa una delle ragioni, insieme alle caratteristiche di un gruppo di materiali "che ne rendono coerente l'immissione all'interno del patrimonio del museo", che hanno portato alla scelta di assegnare al Manu di Perugia parte dei reperti recuperati dai carabinieri. "Oggi si restituisce materialmente e idealmente la storia alla città di Perugia", ha detto il comandante Polio a margine della cerimonia, alla quale hanno partecipato anche studenti del liceo classico Mariotti.
    Tra i reperti consegnati, che furono trafugati anche mediante scavi clandestini ed in parte appartenevano ad una collezione privata, figurano materiali "di provenienza centro italica, ascrivibile all'età del ferro, pienamente coerente per caratteristiche, soprattutto in riferimento ai bronzi umbri, piceni e abruzzesi, con un nucleo della Collezione Bellucci, una delle più identitarie del Manu". Bronzetti schematici, un lotto di punte di frecce, fibule, ceramiche e urne in travertino: è molto vasta la tipologia dei reperti recuperati dai carabinieri, le cui indagini, iniziate dal controllo dell'attività di tombaroli, avevano poi portato ad eseguire 23 ordinanze di misure cautelari e all'esecuzione di 80 decreti di perquisizione. Il traffico di beni, è emerso dalle indagini, ha interessato anche Inghilterra, Francia, Germania e Serbia.
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it