(ANSA) - PERUGIA, 20 MAG - Le nuove modalità di transizione
al digitale, il ruolo dell'Agcom, i rischi da parte
dell'emittenza televisiva locale e le ricadute per il pluralismo
informativo e per l'occupazione sono stati al centro del
seminario online promosso dal Corecom dell'Umbria, in
collaborazione con l'Ordine regionale dei giornalisti,
intitolato "Nuovo switch off. Rischi ed opportunità per il
sistema televisivo locale".
Il webinar, coordinato dalla vice presidente dell'Ordine
regionale dei giornalisti, Maria Pia Fanciulli - riferisce
Palazzo Cesaroni -, è stato aperto dal presidente dell'Assemblea
legislativa, Marco Squarta, che ha rimarcato "la rilevanza del
tema trattato e l'importanza di questi approfondimenti, che il
Corecom sta portando avanti aprendosi verso la società e la
comunità, guardando al futuro e coinvolgendo i professionisti
che saranno interessati dalle novità legate alla transizione
tecnologica".
La presidente del Corecom regionale, Elena Veschi ha
evidenziato che "è in atto una seconda trasformazione
tecnologica della tv terrestre". "La nuova tecnologia - ha
aggiunto - permetterà di utilizzare le frequenze in modo più
efficiente e con una qualità molto migliore. Oltre ai ritardi
nazionali legati alle tempistiche dei bandi e delle assegnazioni
si registra una forte difficoltà delle emittenti locali, anche a
seguito dei tagli pubblicitari legati al Covid. È importante che
si prevedano fondi e sostegni per la produzione di contenuti
audiovisivi. Gli utenti dovranno quindi poter adeguare i propri
televisori se si vogliono liberare le frequenze per il 5G".
Marco Rosignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, presidente
Aeranti, ha spiegato che "entro il 30 giugno del prossimo anno
si dovrebbe passare alla nuova tecnologia, completando la
transizione". "C'è però - ha rilevato - un forte ritardo. Molti
adempimenti dovevano essere svolti nel 2019, ma così non è
stato. Non appare tecnicamente possibile completare questo
processo in tempo utile per l'avvio della transizione nei tempi
previsti dalla road map. L'unica soluzione possibile è differire
ad aprile - giugno del 2022 la transizione di tutte le tv locali
e nazionali. Anche se era previsto un passaggio differenziato,
per tv nazionali e locali, senza uno switch off simultaneo. Pure
l'assegnazione dei diritti d'uso e i bandi per la fornitura di
servizi dei media audiovisivi è molto indietro".
Per Maurizio Giunco, vicepresidente di Confindustria radio-tv,
presidente associazione emittenti locali, "durante il lockdown
l'emittenza locale ha guadagnato spazio e audience". "I
telespettatori - ha detto - vogliono sentirsi svincolati dagli
orari e poter dunque seguire un programma in qualunque momento,
dopo la sua messa in onda. Resteranno sul mercato solo le
piccole e grandi televisioni che svolgono un effettivo ruolo di
informazione pubblica. La rilevazione fatta sulle
apparecchiatura non è verosimile e non tiene conto che ci sono
decine di milioni di apparecchi tv (nelle seconde case, nelle
stanze secondarie, negli alberghi) troppo vecchi per passare
alla nuova tecnologia ed anche a tecnologie intermedie".
Bruno Zambardino, docente del corso ordinamento settore
cinematografico e audiovisivo in Italia ed Europa, Università
Roma 3, ha aggiunto che "la pandemia ha accelerato i processi
come la digitalizzazione". "C'è stata - ha spiegato - una
riduzione dei fatturati e la chiusura di alcune emittenti. Nel
primo switch off le emittenti hanno fatto grandi investimenti
che però non hanno prodotto ritorni visibili. All'epoca
l'emittenza umbra ha dimostrato una buona tenuta, con 10
emittenti che gestivano 46 canali. Probabilmente tra qualche
mese in Umbria ci sarà una sola emittente e le restanti sette
saranno solo fornitori di contenuti. Durante la pandemia sono
aumentati gli ascolti a fronte di una contrazione della
pubblicità e di difficoltà di pagamento da parte degli
inserzionisti".
E' quindi intervenuto Roberto Conticelli, presidente
dell'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, il quale ha rimarcato
che "la nuova tecnologia è stata in realtà concepita nel 2017 e
questo lascia pensare che non sia poi così innovativa". "Durante
la pandemia - ha ricordato - c'è stata grande fame di
informazione, ma al contempo si registra una grande crisi del
mondo del giornalismo, con una contrazione fortissima delle
retribuzioni. Il ruolo del giornalista nel garantire
l'informazione dei cittadini deve essere tutelato. La legge
regionale umbra sull'editoria dovrà essere finanziata per non
restare un concentrato di parole vuote. E questo va fatto ora".
(ANSA).
In transizione digitale "rischi e opportunità" per tv locali
Seminario promosso da Corecom con Ordine giornalisti Umbria
