(ANSA) - CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA), 27 AGO - La Chirurgia
dell'ospedale di Città di Castello, diretta dal dottor Maurizio
Cesari, è la prima struttura pubblica italiana a dotarsi di un
nuovo sistema tecnologico di chirurgia laparoscopica ad
altissima definizione, che consentirà interventi più precisi e
sicuri. Lo ha annunciato l'Usl Umbria 1.
"Si tratta della tecnologia più avanzata a livello mondiale e
la prima disponibile in un ospedale pubblico italiano" ha
sottolineato il direttore generale della stessa aziensa
sanitaria, Andrea Casciari. "Un investimento che si iscrive - ha
spiegato - nell'opera di potenziamento dell'ospedale di Città di
Castello e che sposa le caratteristiche peculiari dell'attività
del reparto di Chirurgia, da sempre caratterizzato per
l'adozione estensiva delle metodiche chirurgiche mini invasive
più avanzate".
"Nel dettaglio, si tratta di una serie strumenti integrati -
ha detto il dg - con una definizione delle immagini quattro
volte superiore rispetto agli strumenti fino ad oggi in uso, che
consentono di visualizzare i tessuti interni distinguendo le
singole strutture anatomiche in maniera estremamente più
precisa".
"Come è noto le tecniche mini invasive hanno rivoluzionato la
chirurgia negli ultimi 25 anni, portando ad un miglioramento dei
risultati associato ad una netta riduzione del trauma
chirurgico" ha detto Cesari. "A Città di Castello - ha
proseguito - le percentuali di utilizzo sono fra le più alte in
Italia sia per patologie più abituali per la tecnica
laparoscopica, sia per le patologie oncologiche dove invece,
altrove, spesso risulta ancora modesto. In particolare, secondo
dati ufficiali del ministero della Salute, la percentuale di
Chirurgia mini-invasiva-laparoscopica per i tumori del colon è
del 93% a Città di Castello contro una media nazionale del 35%,
con risultati che portano ad una mortalità che è circa la metà
di quella nazionale. Ancora più marcato è il divario nella
chirurgia dei tumori gastrici, purtroppo particolarmente
frequenti nell'Umbria settentrionale, dove a fronte di un
utilizzo della laparoscopia superiore al 90% nel nostro
ospedale, risulta una percentuale media del 5% nel resto del
Paese, anche in questo caso con risultati nettamente superiori
in termini benessere post operatorio e mortalità ridotta
drasticamente rispetto alle medie nazionali".
Da questi presupposti - si legge ancora nella nota della Usl
- nasce anche l'intensa attività scientifica e didattica del
reparto: negli ultimi 10 anni circa 150 chirurghi provenienti da
tutta Italia, hanno frequentato stage di formazione in chirurgia
mininvasiva-laparoscopica a Città di Castello, apprendendo le
metodiche utilizzate presso l'ospedale tifernate e riportandole
nelle loro realtà. (ANSA).
A Città Castello chirurgia d'avanguardia
Nuovo sistema laparoscopia ad 'altissima definizione'