Umbria

Nuova tecnica per i pacemakers alla cardiologia di Castello

Gruppo di lavoro ospedale collabora con quello di Perugia

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTA' DI CASTELLO (PERUGIA), 08 GIU - La cardiologia in generale e l'elettrostimolazione in particolare "si è nel tempo contraddistinta per tecniche sempre più all'avanguardia e quella dell'ospedale di Città di Castello, grazie al gruppo di lavoro dell'elettrofisiologia composto dai dottori Federico Fedeli ed Andrea Contine, dall'infermiere professionale Valter Pascucci e dalla coordinatrice Manuela Girelli, è da sempre attenta all'evoluzione tecnologica". Lo sottolinea l'Usl Umbria 1.
    È di recente attuazione presso il reparto di cardiologia, diretto dalla dottoressa Donatella Severini, una nuova tecnica di impianto di pacemakers che posiziona l'elettrodo stimolatore direttamente a livello del sistema di conduzione elettrica del cuore (nello specifico nella branca sinistra). Questo tipo di stimolazione viene definita quella che più di ogni altra garantisce un'attivazione elettrica dei ventricoli sostanzialmente sovrapponibile a quella spontanea "con indubbi effetti benefici sulla funzionalità degli stessi". Questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione con la cardiologia dell'ospedale di Perugia.
    "Inoltre, da alcuni mesi, grazie all'evoluzione delle tecnologie messe a disposizione dalla telemedicina - spiega la dottoressa Severini - abbiamo iniziato a dotare i pazienti, sottoposti ad impianto di pacemaker o defibrillatori, di apparecchi elettronici in grado di comunicarci quotidianamente i dati relativi al funzionamento degli stessi direttamente dal domicilio: il cosiddetto 'controllo remoto'. Grazie a questa possibilità i pazienti possono essere controllati a distanza. Le positive ripercussioni sono ovvie, sia in termini di salute del paziente (diagnosi quotidiana per eventuale immediata correzione di eventuali malfunzionamenti, monitoraggio clinico, stato della batteria residua etc...) che di ottimizzazione delle risorse non solo sanitarie ma anche sociali (non più ambulanze che accompagnano pazienti, non più familiari costretti ad assentarsi dal lavoro per accompagnare i propri familiari). Un altro ambito di non secondaria valenza è relativo al problema delle malattie oncologiche. Il progressivo invecchiamento della popolazione ci impone di sottoporre sempre più frequentemente a cicli di radioterapia, per problemi oncologici, soggetti portatori di elettrostimolatori quali pacemaker o defibrillatori impiantabili. Grazie alla stretta collaborazione con i colleghi della radioterapia del nostro ospedale è stato messo a punto un protocollo specifico di trattamento, fino a poco tempo fa controindicato; oggi tali pazienti non vengono più esclusi a priori dalla possibilità di eseguire cicli di radioterapia, i rischi di interferenze elettromagnetiche sono infatti ridotti al minimo e quindi trascurabili. Tutto ciò è reso possibile grazie anche alla sensibilità dimostrata dalla direzione sanitaria del nostro ospedale, con il direttore Silvio Pasqui, che da sempre favorisce e stimola la nostra crescita professionale e la collaborazione tra i colleghi di diverse discipline e strutture sanitarie della nostra regione. Gli attuali livelli di assistenza raggiunti - conclude Severini - sono elevati ed impensabili solo pochi anni fa". (ANSA).
   

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