(ANSA) - PERUGIA, 28 MAG - "Arriva la guerra e a Perugia non
se ne parla. E' impressionate il fatto come, a parte noi, il
dibattito politico elettorale per le comunali rimanga
insensibile e impermeabile al rischio sempre più drammaticamente
reale e vicino di una guerra che, deflagrata in Europa, potrebbe
con alta probabilità trasformarsi in conflitto nucleare
mondiale.
"Se non fosse tragica - prosegue - la questione sarebbe
comica. Come a dire che Perugia si trova sulla luna o che i
rincari tariffari che applicano le società di servizio perugine
su acqua, luce, gas, trasporti e altro non siano causati dalla
guerra in Ucraina e relative, masochiste, sanzioni alla Russia.
Dietro questo atteggiamento di tutti gli altri candidati a
sindaco e delle loro liste si celano, insieme, provincialismo e
agnosticismo guerrafondaio. Nel caso della destra che governa
l'Italia e Perugia c'è aperta complicità. Ma anche il cartello
elettorale progressista non è molto diverso o non lo è come
dovrebbe essere. Il Pd, anche il Pd della Schlein, ha votato
tutte le scelte riarmiste e guerrafondaie della Meloni (e poi
vengono a dire a noi che aiutiamo la destra!). Sinistra
Italiana, Rifondazione comunista e i Verdi fanno da supporto ad
una coalizione il cui azionista di riferimento è quel Pd che
dicevo poco sopra. La candidata a sindaca Ferdinandi non può
discostarsi dal dire, quando lo fa, qualche generica invocazione
di 'pace' perchè, come è per tutte le cose, se si sbilancia
scontenta l'una o l'altra parte del cartello elettorale che
guida".
"Volete un'alternativa alle politiche di guerra? Siamo noi",
conclude Caponi. (ANSA).
Caponi, 'arriva la guerra e a Perugia non se ne parla'
Il candidato sindaco: 'Solo noi affrontiamo la questione'