Umbria

Caponi, 'arriva la guerra e a Perugia non se ne parla'

Il candidato sindaco: 'Solo noi affrontiamo la questione'

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 28 MAG - "Arriva la guerra e a Perugia non se ne parla. E' impressionate il fatto come, a parte noi, il dibattito politico elettorale per le comunali rimanga insensibile e impermeabile al rischio sempre più drammaticamente reale e vicino di una guerra che, deflagrata in Europa, potrebbe con alta probabilità trasformarsi in conflitto nucleare mondiale. Al proposito le dichiarazioni del segretario generale della Nato sono pericolosissime. La lista 'Pci, Perugia contro guerra e neoliberismo' è l'unica che, dall'inizio della campagna elettorale, chiede il blocco dell'invio delle armi all'Ucraina, una trattativa immediata sotto egida internazionale, l'uscita dell'Italia dalla Nato, il drastico ridimensionamento delle spese militari e le sanzioni nei confronti di Israele perché cessi l'eccidio del popolo palestinese (vorrei ricordare che il nostro capolista è un medico palestinese). Ed è dall'inizio della campagna elettorale che ci viene opposta l'obiezione che 'questi non sono temi da elezioni comunali'": lo afferma in una sua nota il candidato a sindaco di Perugia Leonardo Caponi.
    "Se non fosse tragica - prosegue - la questione sarebbe comica. Come a dire che Perugia si trova sulla luna o che i rincari tariffari che applicano le società di servizio perugine su acqua, luce, gas, trasporti e altro non siano causati dalla guerra in Ucraina e relative, masochiste, sanzioni alla Russia.
    Dietro questo atteggiamento di tutti gli altri candidati a sindaco e delle loro liste si celano, insieme, provincialismo e agnosticismo guerrafondaio. Nel caso della destra che governa l'Italia e Perugia c'è aperta complicità. Ma anche il cartello elettorale progressista non è molto diverso o non lo è come dovrebbe essere. Il Pd, anche il Pd della Schlein, ha votato tutte le scelte riarmiste e guerrafondaie della Meloni (e poi vengono a dire a noi che aiutiamo la destra!). Sinistra Italiana, Rifondazione comunista e i Verdi fanno da supporto ad una coalizione il cui azionista di riferimento è quel Pd che dicevo poco sopra. La candidata a sindaca Ferdinandi non può discostarsi dal dire, quando lo fa, qualche generica invocazione di 'pace' perchè, come è per tutte le cose, se si sbilancia scontenta l'una o l'altra parte del cartello elettorale che guida".
    "Volete un'alternativa alle politiche di guerra? Siamo noi", conclude Caponi. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it