Umbria

Tuteri, ideologia gender non entri in scuole Perugia

Per vicesindaco programma Ferdinandi con 'allarmanti derive'

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 19 GIU - "La scuola deve rimanere per tutti come l'ambiente di fiducia per eccellenza, privo di ideologie di qualsivoglia natura, rispettoso di tutte le differenze e con tutti generosa nel favorire la crescita dei bambini. Il programma elettorale di Vittoria Ferdinandi è intriso di ignoranza in materia amministrativa, bugie elettorali e allarmanti derive ideologiche ma ciò che mi ha colpito maggiormente è il passaggio riguardante l'educazione gender nelle scuole comunali": lo afferma il vicesindaco di Perugia, Gianluca Tuteri, pediatra. "L'emergenza educativa sui temi dell'affettività e della sessualità, genericamente chiamata gender - spiega Tuteri in una nota - nega la reciprocità e le differenze tra uomo e donna. Il disorientamento antropologico caratterizzante questo contesto culturale determinerebbe la destrutturazione della famiglia. L'ideologia, pretende, come riscontra anche Papa Francesco, di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili ma cerca di imporsi come un pensiero unico che determini anche l'educazione dei bambini.
    Pensare che il traguardo sia quello di raggiungere una società senza differenze di sesso è pura follia. È fuor di dubbio che per crescere nella comprensione reciproca nel quadro delle ricerche sul gender ci sia l'esigenza di educare i bambini a rispettare ogni persona nella sua peculiare e differente condizione in modo che nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.) possa diventare oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. Appare inoltre evidente come le teorie gender basate su un'errata libertà del sentire e del volere specialmente le più radicali, portino ad un allontanamento dalla natura: identità sessuale e famiglia. Il punto di partenza consiste nel riconoscere che l'uomo è parte di una natura che non può manipolare a piacere. Tornando alla questione educazione - prosegue Tuteri - ritengo che il diritto-dovere educativo della famiglia non può essere delegato né usurpato da altri, che il bambino ha diritto a crescere con una mamma e un papà e che proprio all'interno della famiglia possa essere educato a riconoscere la bellezza della differenza sessuale. Da parte sua, la scuola, è chiamata a interagire con la famiglia in modo sussidiario e a dialogare con questa rispettandone la cultura.
    In questo processo educativo appare come centrale costruire un'alleanza tra scuola, famiglia e società, che possono articolare percorsi di educazione all'affettività e alla sessualità finalizzati al rispetto del corpo altrui, per accompagnare i ragazzi in maniera sana e responsabile. In questo senso penso debba prevalere la via del dialogo non certo quella dell'imposizione. L'approccio ideologizzato alle delicate questioni del genere, pur dichiarando il rispetto delle diversità, rischia di considerare le differenze stesse in modo statico, lasciandole isolate e impermeabili l'una dall'altra.
    Uno Stato democratico non può ridurre la proposta educativa a pensiero unico, sottolineando la legittima aspirazione di tutte le famiglie a mantenere la propria visione della sessualità umana". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it