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Bloccato con armi al comizio di Trump: 'Sono un suo fan'

'Non volevo ucciderlo'. Perdono quota le accuse dello sceriffo

Redazione Ansa

"Sì, sono un supporter di Trump al 100%, è un uomo che ammiro profondamente e le accuse che volevo ucciderlo sono una totale stronzata: sono un artista, sono l'ultima persona che vorrebbe causare violenza e fare del male a qualcun altro".

In una intervista a Fox News, Vem Miller respinge l'ipotesi di essere un terzo potenziale attentatore del tycoon dopo essere stato arrestato, e subito rilasciato su cauzione, per detenzione illegale di armi mentre tentava di entrare con un accredito falso ad un comizio dell'ex presidente a Coachella, in California.

L'uomo, 49 anni, di Las Vegas, si è definito un repubblicano registrato, "completamente a supporto" del tycoon dal 2018, e ha giustificato le armi per legittima difesa dopo le minacce di morte per il suo sito America Happens Network: "Non so niente di armi. Sono più che un principiante. Vado sempre in giro con le mie armi da fuoco nel retro del mio Suv ma non ho mai sparato con una pistola in vita mia".

"È un grande, enorme sostenitore di Trump. È quello che facciamo da anni", ha confermato il documentarista di destra Mindy Robinson, suo amico e collega.

A lanciare le accuse contro di lui, forse un po' troppo zelantemente e prematuramente, era stato lo sceriffo locale, Chad Bianco: "Credo davvero che siamo riusciti a impedire un altro tentativo di assassinio", aveva detto in conferenza stampa, rilanciando l'allarme dopo i due precedenti attentati alla vita di Trump.

Ma a tirare subito il freno sono stati il Secret Service, l'Fbi e il procuratore locale, che in un comunicato congiunto hanno assicurato che "l'incidente non ha avuto ripercussioni sulle operazioni di protezione e che l'ex presidente non è mai stato in pericolo".

Tant'è che Miller non è stato accusato di tentato omicidio né di reati federali ed è stato subito rilasciato su cauzione di 5.000 dollari. I media Usa non hanno dato peso alla notizia e lo stesso Trump non l'ha cavalcata. Certo, colpisce che un suo fan volesse arrivare al comizio con due armi cariche e un caricatore ad alta capacità, in un Suv non registrato con targa falsa e dentro vari passaporti e patenti con nomi differenti.

Ma Miller, che nel 2022 perse le primarie nella corsa per il parlamento del Nevada, è un membro di 'Sovereign Citizens', un gruppo considerato di estrema destra e contro ogni ingerenza del governo senza consenso dei cittadini. Nonchè fondatore di American Happens Network e del podcast "Blood Money", focalizzato su "corruzione, controversie e cospirazioni, argomenti che i media mainstream non toccano".

Insomma, è un tipico esponente della base Maga, come conferma il suo ultimo video: "Trump è vicino e caro ai nostri cuori perché è uno dei pochi individui che ho visto avere il coraggio di opporsi realmente alla tirannia contro di noi, il popolo".

Intanto l'ex presidente e la sua rivale Kamala Harris duellano a distanza in Pennsylvania, il principale dei sette stati in bilico dove restano testa a testa nei sondaggi. Il tycoon, criticato dalla candidata dem per non aver divulgato il certificato sul suo stato di salute (nè la dichiarazione dei redditi), ribatte chiedendo un test cognitivo per l'avversaria e solleva polemiche per aver invocato l'uso della guardia nazionale o dell'esercito nell'election day contro "il nemico interno", identificato con "i pazzi della sinistra radicale". K

amala invece lancia un piano di iniziative, dal lavoro alla sanità, per conquistare quel voto dei maschi neri riluttanti (come molti ispanici) a votare una donna come presidente: un rischio che preoccupa Barack Obama ma anche il deputato afroamericano James Clyburn, punto di riferimento della black community dem. Harris inoltre mercoledì andrà nella tana del lupo, facendosi intervistare dalla tv conservatrice Fox News per corteggiare moderati e indipendenti. 

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