Rubriche

È già toto ministri negli Stati Uniti in attesa del voto

Trump vuole Musk e Rfk junior, Harris anche un repubblicano

Redazione Ansa

Nel toto ministri già cominciato alla vigilia delle elezioni Usa ci sono molti nomi ma poche certezze. Donald Trump punta ad un governo molto 'Maga', di falchi, ex e fedelissimi. Le novità più clamorose sarebbero Elon Musk alla guida di una nuova commissione per l'efficienza governativa e Rfk junior (che ha sospeso la sua campagna negli swing state appoggiando il tycoon) alla sanità. Spicca l'assenza, almeno per ora, di Nikky Haley, che gli ha dato l'endorsement ma che resta critica ed è stata esclusa dalla sua campagna elettorale. Kamala Harris ha promesso un repubblicano nella sua amministrazione (come fecero George W. Bush e Barack Obama) e vorrebbe volti nuovi rispetto al cerchio magico di Biden, magari con qualche donna in più nei posti chiave. Molto dipenderà però anche da chi vince il Senato, che approva le nomine della Casa Bianca: il futuro presidente sarà costretto a scelte più 'bipartisan' se il suo partito non ne avrà la maggioranza.

Ecco le indiscrezioni, secondo Politico e alcuni think tank consultati dall'ANSA per le caselle più importanti. Per guidare la diplomazia Usa con Trump i nomi che girano sono quelli dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale Robert O'Brien, dell'ex ambasciatore a Berlino Ric Grenell e del senatore ed ex ambasciatore in Giappone Bill Hagerty (un falco anti Cina). Sono tutti frontrunner anche per altri posti nel settore della sicurezza nazionale, insieme a John Ratcliffe, già Director of National Intelligence, e Matt Pottinger, ex deputy national security advisor.

Sembra perdere quota invece il senatore Marco Rubio. Per la Difesa in corsa ci sono il senatore Tom Cotton (papabile anche per la Cia, insieme all'ex dirigente della sicurezza nazionale Kash Patel) e l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, primo 'Green Beret' a servire in Congresso. Vi ambisce anche Mike Pompeo, che non sarebbe una prima scelta (non è amato dal mondo Maga) ma che potrebbe entrare in gioco con un Senato dem. Per il Tesoro si profila un esponente di Wall Street, come John Alfred Paulson o l'ex presidente della Sec Jay Clayton, ma anche l'ex rappresentante per il Commercio Usa Robert Lighthizer, in corsa pure come nuovo segretario al Commercio, insieme a Linda McMahon (alla guida della Small Business Administration nella precedente presidenza) e all'ex candidato presidenziale Vivek Ramaswamy.

In pole come segretario all'Energia il governatore del North Dakota Doug Burgum, già rivale del tycoon nelle primarie. Come Attorney General girano i nomi di Jeff Clark, alto dirigente del ministero della Giustizia coinvolto nei tentativi di ribaltare il voto nel 2020, e del senatore Mike Lee. Infine nel totonomi per il potente ruolo di chief of staff figurano Brooke Rollins, ex dirigente nella White House di Trump, mentre come portavoce della Casa Bianca spunta Chris LaCivita, campaign manager di Trump. Da vedere se e che ruolo avrà la stratega Susie Wiles, considerata l'eminenza grigia della campagna del tycoon.

Quanto a Harris, in quota repubblicana potrebbe portare al governo la bestia nera di Trump, Liz Cheney, l'ex deputata Gop che più si è spesa per lei, anche facendo campagna insieme. Ma senza una confortante maggioranza al Senato, dovrebbe ripiegare su un esponente meno divisivo. Al Dipartimento di Stato sono in lizza l'ex vice segretario ed ora capo della Cia William Burns, l'ambasciatrice all'Onu Thomas-Greenfield (anche lei nominata da Biden, donna e afroamericana), il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg (che l'ha allenata per il dibattito tv), il senatore (in commissione Esteri) Chris Murphy. Al Pentagono potrebbe esserci per la prima volta una donna, come Michèle Flournoy e Christine Wormuth (entrambe dirigenti della Difesa). A contendersi il Tesoro Lael Brainard, vicepresidente della Fed, il senatore Michael Bennet (con un background nel private equity che rassicurerebbe Wall Street) e Wally Adeyemo, attuale numero due del dicastero, di cui potrebbe diventare il primo segretario afroamericano. In lizza per il Commercio due governatori con ambizioni presidenziali: JB Pritzker (Illinois) e Phil Murphy (New Jersey). Per il ruolo chiave di chief of staff, tra i nomi più quotati quello dell'avvocata Karen Dunn, che ha aiutato Harris a prepararsi per il dibattito tv con Trump.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it