Donald Trump ha vinto la sua seconda presidenza. Sin dall’inizio dello scrutinio è apparso abbastanza evidente che stesse ottenendo risultati positivi negli stati del sud, a partire dalla North Carolina, il primo stato chiave del quale i media hanno dichiarato il vincitore.
Trump ha vinto altresì Pennsylvania e Georgia ed è al momento in vantaggio anche negli altri quattro stati chiave: Michigan, Wisconsin, Arizona e Nevada.
Osservando la mappa del Washington Post è difficile trovare contee in cui Trump non abbia migliorato il proprio risultato rispetto al 2020. L’ex presidente ha migliorato i propri numeri soprattutto nelle aree rurali, dove già era molto forte rispetto a Harris.
Gli exit poll hanno anche confermato alcuni punti deboli della candidatura di Kamala Harris e dei democratici, riscontrati anche nello scrutinio. Uno su tutti, la relativa debolezza fra i latinoamericani. Fra di loro, Harris ha preso il 53%, poco se paragonato al 65% di Biden nel 2020.
A Miami-Dade, la contea di Miami, questo calo si è visto con particolare nettezza. Nel 2020 la vittoria di “soli” 7 punti di Biden fu considerata una forte delusione dai Dem, Kamala Harris ha perso con oltre 10 punti di margine.
Kamala Harris ha perso anche 5 punti fra i giovani e 3 fra le donne rispetto al risultato di Biden del 2020.
Un’altra chiave di lettura, come mostra Youtrend, riguarda il tema dell’aborto, sulla carta un tema che poteva creare problemi ai repubblicani, tanto che durante la campagna elettorale Trump si era visto costretto a smussare la sua posizione sul tema. I repubblicani sono però riusciti a mobilitare tutti colori che sono contrari all’interruzione di gravidanza, mentre la candidata Dem non è riuscita a convincere chi è favorevole al diritto all’aborto “nella maggior parte dei casi”.
Negli stati chiave i sondaggi sono andati vicini al risultato che sta prendendo forma. Non ci sono stati gli errori netti del 2020, ma una sottostima di Trump che possiamo quantificare in un paio di punti, all’interno quindi del naturale margine d’errore delle rilevazioni campionarie. Con tutta probabilità quindi a fine scrutinio avremo quello che, secondo il modello di Nate Silver, una settimana fa era lo scenario più probabile, ovvero la vittoria di Trump in tutti gli stati chiave.
Donald Trump potrebbe anche vincere nel voto popolare, o comunque andarci vicino, quasi una rarità per i Repubblicani, che non prendono più voti dei Dem dal 2004. In questo momento il New York Times ipotizza che il candidato repubblicano termini lo scrutinio con circa un punto di vantaggio.
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