Ai creditori chirografari del Casinò de la Vallée potrà essere restituito solo il 60 per cento del dovuto, anziché il 78 per cento, come previsto nel piano di concordato preventivo presentato in Tribunale lo scorso marzo.
E' quanto indicato "cautelativamente" nella relazione del commissario giudiziale Ivano Pagliero, inviata agli stessi creditori che il prossimo 9 luglio dovranno votare il documento.
L'ammontare complessivo del credito chirografario è di 22.092.471 euro. La proposta concordataria non prevede invece la restituzione dei 48 milioni di euro di Finaosta (credito postergato).
Commissario, approvare bilancio prima dei creditori - Il bilancio 2018 del Casinò de la Vallée di Saint-Vincent deve essere approvato prima di sottoporre ai creditori il piano di concordato. E' quanto sostiene, nella sua relazione, il commissario giudiziale Ivano Pagliero. "Pare non immaginabile - scrive - che si prosegua nel concordato (sottoponendo lo stesso alla votazione dei creditori) senza che, prima, sia stato approvato il bilancio dell'esercizio 2018 che è proprio quello in cui la società è stata posta sotto l'egida del Tribunale". Il via libera al consuntivo, previsto ieri, è slittato al 7 giugno. "Non c'è la volontà di bocciare il bilancio del Casinò, - ha spiegato il presidente della Regione Antonio Fosson - ma in questa occasione non avevamo gli elementi per decidere: ci presenteremo alla seconda convocazione dell'assemblea avendo tutti gli elementi per esprimere un parere".
"Nel piano problematiche non risolte" - Benché il piano di concordato del Casinò de la Vallé di Saint-Vincent "sia connotato da aspetti imprenditoriali previsionali di sicuro interesse per i creditori, per i soci e per il territorio in generale" vi sono "peculiari problematiche, ad oggi non completamente risolte". Lo spiega il commissario giudiziale Ivano Pagliero nella sua relazione inviata ai creditori. Tra le problematicità indicate vi è la "totale mancanza di offerte di acquisto, o almeno manifestazioni di interesse, per i beni immobili no core" che rende "pressoché impossibile effettuare delle previsioni di vendita attendibili sia sul prezzo che sui tempi di realizzo". Inoltre il piano concordatario trova fondamento "quasi esclusivamente, nei flussi di cassa derivanti da un'attività basata sul gioco d'azzardo e su previsioni statistiche" e quindi "permane l'alea connessa alle condizioni generali dell'economia e della tipologia di attività prestata". Altre incognite derivano dalla "problematica degli aiuti di Stato" e dal "procedimento penale contro amministratori e sindaci nonché contro la società".