Valle d'Aosta

Corte Conti, chiuse indagini Cioccolato Vda

Segnalate sei persone per danno erariale

Redazione Ansa

Sono sei le persone segnalate dalla guardia di finanza alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale in merito al mutuo ipotecario pari a 4 milioni di euro concesso dalla Finaosta alla società Cioccolato Vda, di proprietà turca e fallita nel gennaio scorso. Si tratta di dirigenti e funzionari della finanziaria regionale (tra cui l'allora presidente Massimo Leveque e l'allora direttore generale Giuseppe Cilea). Gli accertamenti sono stati condotti dal nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Aosta.
    "L'attività investigativa - spiegano gli inquirenti - ha riguardato la procedura di concessione del finanziamento milionario sotto forma di mutuo ipotecario, nonché il suo utilizzo da parte della società mutuataria. E' emerso come la Finanziaria abbia omesso di compiere una corretta e approfondita analisi istruttoria della richiesta di finanziamento". La finanziaria regionale avrebbe infatti valutato "positivamente l'esito della pratica con la concessione di due mutui, da 3,5 milioni e da 500 mila euro, sulla base di garanzie aleatorie e di un business plan del tutto inattendibile, elementi che avrebbero inevitabilmente dovuto portare al rigetto dell'istanza". Il danno erariale è stato quantificato in 3,8 milioni.

Oltre all'attuale direttore generale di Finaosta, Giuseppe Cilea, e all'ex presidente Massimo Leveque, tra i sei segnalati dalla guardia di finanza alla Corte dei conti ci sono Nicola Rosset e Francesco Parenti - all'epoca entrambi membri del Cda di Finaosta - Roberto Francesconi, in qualità di vicedirettore generale della vicedirezione investimenti, Mirko Agostini, tecnico istruttore della direzione istruttoria e controllo (non sono quindi coinvolti responsabili della società turca). Spetta ora alla procura regionale della Corte dei conti decidere se, e a chi, notificare l'invito a dedurre. Intanto è previsto il prossimo 19 luglio il primo tentativo di vendita del capannone della ex Feletti di Pont-Saint-Martin. L'offerta minima sarà di 2 milioni e 600 mila euro, a fronte di una stima immobiliare svolta nell'ambito della procedura fallimentare di circa 3 milioni. In caso di esito positivo della vendita, il curatore fallimentare mira a soddisfare le richieste di una buona parte dei creditori privilegiati (ex dipendenti, professionisti e artigiani, a cui spetterebbero circa 300 mila euro) e oltre il 50 per cento di quello ipotecario (Finaosta). Resterebbero invece esclusi i fornitori, che vantano crediti chirografari per circa 400 mila euro. Il passivo accertato lo scorso 15 maggio ammonta a 4 milioni e 700 mila euro.

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