Valle d'Aosta

Coronavirus: Oss Père Laurent a Nas, situazione presa sotto gamba

"Mascherine? Ci dicevano di non spaventare gli ospiti"

Redazione Ansa

   "La situazione era un po' presa sotto gamba, nel senso che noi appartenenti al personale, riferendoci alla direzione, poiché apprendevamo notizie relative al contagio, chiedevamo direttive e materiale Dpi per poter svolgere il nostro lavoro. Ci veniva riferito di non esagerare coi nostri comportamenti per evitare di agitare gli ospiti" e di utilizzare i Dpi "senza fare troppi cinema". Lo ha detto al Nas di Aosta una oss del Refuge Père Laurent, sulla cui gestione dell'emergenza sanitaria da Covid-19 la procura indaga per omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa.
    "Non ho mai avuto - aggiunge un'altra dipendente, assistente alla persona - particolari istruzioni da parte del mio datore di lavoro". Solo il 14 aprile "mi forniva dei fogli pinzati dicendomi che erano spiegazioni su come comportarsi in caso di positività degli ospiti, sulle procedure di vestizione e svestizione prima e dopo il turno, senza indicazioni su procedure da attuare in caso di sintomatologia del personale.
    Prima di quella data, abbiamo dovuto agire secondo un nostro criterio, con qualche informazione fornita dagli infermieri". A inizio marzo, aggiunge, un infermiere le ha detto "di non girare all'interno della struttura con le" mascherine chirurgiche che le aveva dato, "per non spaventare gli ospiti".
    Una infermiera ha spiegato al Nas che "l'uso della mascherina", iniziato per lei e i suoi colleghi dall'ultima settimana di febbraio, "veniva scoraggiato da parte della direzione per evitare che i parenti ed i pazienti si allarmassero". In questo senso "ricordo con esattezza una frase proferita 'non esageriamo, non scoraggiamo i parenti'". Il "quantitativo di mascherine - prosegue - era comunque insufficiente a mio avviso rispetto al numero di operatori, in quanto non era possibile sostituirla dopo ogni turno". Inoltre tra gli infermieri "l'organico è passato da otto infermieri a due, poiché gli altri colleghi sono risultati positivi o con parenti positivi e pertanto in quarantena". Il quadro emerso dalle testimonianze raccolte tuttavia è ritenuto contrastante dagli investigatori (un medico, ad esempio, non evidenzia problemi).
   

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