La Valle d'Aosta è la regione con l'indice di trasmissibilità (Rt) del coronavirus più alto in Italia. Il coefficiente - secondo il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore della Sanità (periodo fra il 5 e l'11 ottobre) - è 1,53.
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 22 nuovi casi positivi su 177 tamponi effettuati (ieri 67 casi positivi su 420 test).
Il numero dei contagiati sale a 382, di cui 17 sono ricoverati al Parini (quattro in terapia intensiva) e 365 in isolamento domiciliare. In ospedale i numeri sono sostanzialmente stabili da alcuni giorni e per il momento non è stata attivata la fase 2 'arancione' che prevede l'apertura di un nuovo reparto Covid e la sospensione di alcune attività chirurgiche. L'età media dei ricoverati si è abbassata e - secondo Alberto Catania, primario di Malattie infettive del Parini - il contagio avviene soprattutto tra le mura domestiche: il paziente più giovane ha 41 anni, il più anziano 92 e la maggior parte degli ospedalizzati ha tra 40 e 50 anni. "Molti ricoverati hanno casi positivi in casa. Ho notato questa diffusione, ad esempio a partire da nipoti che sono stati a feste: nelle loro famiglie c'è stata una diffusione a macchia d'olio del virus. E' questa la dinamica adesso" aggiunge Catania.
Nei prossimi giorni inizierà la campagna di tamponi a Verrayes, Saint-Denis e Chambave, i tre paesi dichiarati 'zona rossa' a causa dell'elevato indice di contagio. Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha escluso che provvedimenti analoghi siano presi a breve in altri comuni. "L'obiettivo è di circoscrivere la zona - ha spiegato - per fare un'indagine epidemiologica che porti a misure più mirate. Il provvedimento avrà una durata di 5-7 giorni per la verifica dei tamponi e poi prenderemo delle decisioni sul percorso da intraprendere.
Saranno zone rosse diverse da quelle dell'aprile scorso, vogliamo capire quali attività possono essere riattivate e quali situazioni possono essere più libere e quali invece bloccate".
COVID, il punto in Valle d'Aosta
Escluse nuove zone rosse. Primario, diffusione virus in famiglia