Una coltellata alla gola, probabilmente inferta alle spalle. Così è morta Elena Serban Radula, di 32 anni, di origine romena, che da un mese si era trasferita dalla Toscana ad Aosta. Il corpo si trovava nel bagno dell'alloggio in cui viveva, in affitto, al primo piano di un palazzo in viale Partigiani. A trovarlo sono stati i vigili del fuoco che sono entrati nell'abitazione di primo mattino, dopo che la sorella, giunta nella notte dalla Toscana, aveva dato l'allarme in quanto non riusciva a contattarla al telefono.
La morte, secondo quanto accertato dal medico legale, è avvenuta tra il pomeriggio e la serata di sabato. In quelle ore nel palazzo non sono stati sentiti rumori sospetti né urla. L'ultima a vederla viva è stata una vicina di casa verso le 11 del mattino di sabato, nell'androne del palazzo.
Le indagini sono affidate alla squadra mobile della polizia, coordinata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti. Sul posto è arrivato anche il procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna, che si è intrattenuto a lungo con gli investigatori. E' stato aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio. Nell'alloggio sono giunti anche gli uomini della Scientifica che hanno esaminato le stanze centimetro per centimetro. Tutti i rilievi sono stati inviati in laboratorio. L'arma del delitto non è stata trovata. Solo nella serata di domenica il corpo di Elena Serban Radula è stato portato nella camera mortuaria; nei prossimi giorni la salma sarà sottoposta ad autopsia.
Gli inquirenti stanno ora setacciando la vita privata della vittima, che aveva lasciato Lucca per stabilirsi nel capoluogo valdostano alla fine del mese di marzo. Al momento non risulta che avesse un'occupazione stabile, nemmeno che la giovane donna, di bell'aspetto, avesse parenti o amici in Valle d'Aosta. Le modalità del delitto fanno pensare ad un regolamento di conti ma non sono emersi legami di Elena Serban Radula con il mondo della criminalità. Gli agenti della squadra mobile, diretti dal commissario capo Francesco Filograno, hanno interrogato a lungo i vicini di casa e hanno anche acquisito le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza distribuite nella zona, alla ricerca di qualche indizio.
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