Valle d'Aosta

Ghiacciaio Planpincieux, undici nuovi scenari di rischio

Aggiornati studi su volumi possibili crolli

Redazione Ansa

Il Comune di Courmayeur ha preparato 11 scenari di protezione civile per far fronte alle situazioni di rischio legate al possibile crollo di porzioni del ghiacciaio di Planpincieux, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco. I movimenti di questa massa glaciale sulle Grandes Jorasses, nell'autunno 2019 e nell'agosto 2020, avevano portato a chiusure e parziali evacuazioni della Val Ferret.
    Le misure possibili vanno dallo stop alla viabilità in alcune strade di accesso al coprifuoco in determinate zone della Val Ferret, dall'evacuazione sino alla chiusura totale della vallate.
    Gli scenari di rischio su cui le autorità di protezione civile hanno basato fino all'anno scorso le proprie decisioni (crollo da 20 mila, 200 mila e 1 milione di metri cubi) sono raddoppiati. "Nell'autunno scorso abbiamo incaricato l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos di aggiornare gli scenari, ora sono sei - da 20 mila, 50 mila, 100 mila, 250 mila, 500 mila, 1 milione di metri cubi - oltre a quelli intermedi", che sono cinque, ha spiegato durante una conferenza stampa del 'tavolo di lavoro' attivato sul tema Valerio Segor, dirigente della struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani della Regione Valle d'Aosta.
    "Attualmente siamo in fase di transizione dalla fase quiescente alla fase attiva", visto il passaggio "molto rapido a causa dello scioglimento della neve" dalla situazione invernale a quella estiva , ha aggiunto Segor. Ma, ha puntualizzato, "dal ghiacciaio può esserci un crollo significativo anche adesso, anche se è una situazione molto rara visto il monitoraggio.
    Siamo in montagna, il rischio zero non esiste".
    I parametri in grado di far scattare l'allerta durante l'estate sono cinque. Oltre a un avviso di criticità idrogeologica emanato dal centro funzionale regionale vengono considerate le variazioni anomale della velocità del ghiacciaio (misurata con un radar interferometrico), del deflusso idrico al di sotto della massa glaciale, della frequenza di crolli dalla fronte del ghiacciaio e della temperatura.

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