Il Tar della Valle d'Aosta ha accolto i ricorsi delle società Cape e Dimensione green contro la "revoca dell'autorizzazione di cui alla Dgr 1381/2014 concernente la discarica per rifiuti speciali inerti (1/o lotto) sita nel Comune di Issogne, in Località Chalamy, nella parte in cui consente l'esecuzione delle opere relative alle attività finalizzate alla gestione di rifiuti speciali non pericolosi da ammettere allo smaltimento previa caratterizzazione". Il provvedimento del marzo 2020 aveva revocato l'autorizzazione, datata 2014, a realizzare le opere necessarie allo smaltimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni, pur confermando per l'azienda la possibilità di stoccare materiali speciali non pericolosi raccolti in Valle d'Aosta.
Il Tar ha inoltre respinto il ricorso del Comitato 'La Valle non è una discarica' contro la delibera regionale del 3 ottobre 2014, in base alla quale l'autorizzazione rilasciata ha portato un aumento della capacità del volume dell'impianto e all'introduzione della possibilità di smaltire 123 tipologie di rifiuti, anziché le otto previste inizialmente.
Cape srl è proprietaria dal 2011 della discarica per rifiuti speciali inerti di Chalamy e ha affidato a Dimensione Green srl il completamento della realizzazione e il successivo esercizio di impianto, stipulando un contratto di affitto di ramo d’azienda. Riguardo ai loro ricorsi, il provvedimento che revoca l’autorizzazione “va annullato – scrive il Tar – considerando che la sentenza” della Corte costituzionale dell’aprile scorso, arrivata dopo l’impugnativa del governo, “ha sottolineato che la restrizione del conferimento dei rifiuti speciali nelle discariche per inerti”, stabilite dalla legge regionale 3 del 2020, “cozza con i criteri per tali conferimento previsti nella normativa europea e” in quella italiana. Si tratta di criteri che “non possono essere modificati dalla normativa regionale. Inoltre la pronuncia ha sottolineato come le regioni non possono individuare tetti percentuali di trattamento dei rifiuti speciali provenienti da altre regioni”.
La giunta regionale nel 2014 aveva approvato il progetto di adeguamento tecnico della discarica. Nel gennaio 2019 era stata concessa una proroga fino all’ottobre 2020 per i lavori di preparazione dell’impianto ma nel marzo 2020 l'esecutivo regionale ha revocato parzialmente l’autorizzazione proprio in base alla legge regionale 3 del 2020, che aveva l'obiettivo di disincentivare la realizzazione e l'utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni.
L’altro ricorso era del Comitato La Valle non è una discarica, che nel luglio 2020 aveva presentato in Consiglio Valle una petizione con 13 mila firme contro l’apertura della discarica di Chalamy. Il Tar ha dichiarato irricevibile l’impugnativa per una serie di atti antecedenti alla sua costituzione, datata 29 novembre 2019, (provvedimenti che, dal 1998, “hanno riguardato la localizzazione della discarica, l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio della stessa, la sua riclassificazione, la successiva autorizzazione”). I giudici hanno invece dichiarato inammissibile il ricorso contro una delibera regionale del marzo 2020 (“priva di un’autonoma valenza lesiva” in quanto legata alla legge 3 del 2020 poi in parte bocciata dalla Consulta) che consentiva di “presentare un progetto ridimensionato” per la discarica a precise tipologie di rifiuti inerti.