Un calo del 7% della produzione di vino, che passa da 19.000 a 18.
"È stata un'annata anomala da molti punti di vista - si legge nel report - con inizio vegetativo e germogliamento ritardati a causa delle basse temperature (ma non ci sono stati danni da gelo). Primavera ed inizio estate sono state molto piovose, con temperature sotto media. Il ritardo iniziale stimabile in poco meno di due settimane è oggi valutabile in 7-8 giorni, in quanto non ci sono stati i rallentamenti da picchi di alte temperature.
In alcune zone presenza di peronospora particolarmente virulenta, oidio nella media. Si riscontra l'incidenza della grandine, evento raro in valle, sulle zone più basse".
"Il vino è uscito a testa alta dalla prova del Covid. Quello che all'indomani dello scoppio della crisi pandemica si preannunciava come uno dei comparti più colpiti ha invece dimostrato una straordinaria capacità di adattamento. Senza voler sottostimare le difficoltà finanziarie affrontate da tante aziende, va evidenziato come la crisi abbia fornito alle cantine italiane uno stimolo straordinario all'innovazione digitale e alla diversificazione dei canali commerciali" osserva Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea. Per Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, "i cambiamenti climatici, con una tropicalizzazione del clima, stanno condizionando sempre più il mondo dell'agricoltura e quindi del vino: è compito di noi enologi mitigare gli effetti negativi ed esaltare quelli positivi, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi ormai necessari anche per un adeguato riconoscimento da parte dei consumatori".
Vino, in Valle d'Aosta cala produzione nel 2021 ma buona qualità
Stima fatta da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini