"In un'epoca nella quale la diffamazione corre veloce sul web, senza un minimo di documentazione, dopo numerosi giorni in cui ho resistito pazientemente a una vera bufera di vergognose menzogne ritengo utile e opportuno pubblicare i documenti che sbugiardano, ed anzi umiliano, chi ha deciso di fare propaganda sulla pelle, vera e propria, delle persone". Lo scrive sui social il consigliere regionale della Lega, Andrea Manfrin, in un lungo post in cui ripercorre la storia dell'intervento chirurgico a cui il padre è stato sottoposto ad aprile 2021 all'ospedale Parini di Aosta e finito al centro di un'inchiesta per cui la procura ha chiesto di recente l'archiviazione.
"Giova ricordare, a fronte delle tante chiacchiere sul fatto che l'ospedale fosse "in blocco", che mio padre non fu l'unica persona a essere operata quel giorno" scrive il consigliere che pubblica anche il documento che a suo avviso "sarebbe sufficiente a smentire tutto" cioè la "chiamata per il prericovero all'Istituto di Candiolo, dell'8 aprile 2021".
Manfrin sottolinea, fra le molte cose, che la grave patologia del padre è stata affrontata "senza necessità di aiuti o spintarelle" e che né lui "né nessun membro della" sua famiglia è "stato indagato.
Nella richiesta di archiviazione della procura di Aosta è riportato che "l'assessore alla Sanità Roberto Barmasse, previa richiesta da parte del consigliere Andrea Manfrin, avrebbe imposto al primario di Urologia di effettuare un intervento" chirurgico "in favore del padre del consigliere". Richiesta che "secondo l'originaria ipotesi accusatoria, avrebbe significativamente turbato il primario" del reparto.
Sanità: Manfrin, mai chiesto spintarelle per intervento
Per pm Barmasse ha imposto intervento su richiesta consigliere