Torna a crescere la pressione sull'ospedale di Aosta, dove i ricoverati in terapia intensiva salgono di nuovo a otto con conseguente rischio di far piombare la regione alpina in 'zona rossa'. "La situazione in ospedale non è semplice" ammette il direttore generale dell'Usl, Massimo Uberti, che spiega: "Ogni settimana trasformiamo reparti per accogliere pazienti Covid e in questo momento il fenomeno è molto impegnativo: rispetto alle ondate precedenti abbiamo una situazione del tutto diversa, la Valle d'Aosta è completamente aperta e di conseguenza non sono in riduzione i pazienti non Covid.
Per dare respiro al Parini è stato attivato un reparto Covid all'ospedale Beauregard, con 10 posti letto. "La situazione sanitaria è pesante - rincara la dose l'assessore regionale alla sanità, Roberto Barmasse - e lo è per tutta Italia. Ci saranno altre regioni a breve in zona arancione. Per noi il problema principale è quello del personale, una carenza cronica che è stata evidenziata dalla pandemia". "In percentuale - ha proseguito - abbiamo il numero di posti in Rianimazione più alto d'Italia, Anche se facessimo 10 posti in più la situazione non cambierebbe per quanto riguarda la colorazione".
Il bollettino giornaliero segnala altri 444 nuovi casi positivi compensati da 520 guarigioni. I contagiati attuali scendono a 5.985, di cui 82 ricoverati. Una coppia di no vax, residenti in bassa valle, è finita in terapia intensiva dalla notte scorsa dopo che i due si sono presentati in pronto soccorso in condizioni gravi. Tutti i ricoverati in Rianimazione - hanno precisato le autorità sanitarie - non hanno fatto alcuna dose di vaccino.
Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione, Erik Lavevaz, che ha ribadito: "Bisogna vaccinarsi, è ovvio ma non sembra esserlo per tutti". Poi si è scagliato contro la "campagna di disinformazione strumentale avviata sui social nelle ultime settimane": "E' necessario sforzo per cercare di comunicare le giuste informazioni, senza far alzare la temperatura già alta".
COVID, il punto in Valle d'Aosta
Usl, situazione non semplice. Lavevaz, campagna disinformazione