Valle d'Aosta

Non accetta fine matrimonio combinato, 15 mesi a marito stalker

Lei era tornata in Marocco per sciogliere vincolo per procura

Redazione Ansa

Non voleva accettare la fine di quel matrimonio combinato celebrato in Marocco, così - secondo la ricostruzione dell'accusa - oltre a tempestare di messaggi l'ex moglie, si era presentato sotto casa di lei. Qui, in presenza del nuovo compagno della donna, dagli insulti era passato alle botte a danno di entrambi. Accusato di atti persecutori e lesioni personali aggravate, un trentatreenne di origini marocchine è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione dal giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore.
    Nei confronti dell'imputato, difeso dall'avvocato Andrea Urbica, il pm Manlio D'Ambrosi aveva chiesto quattro anni e mezzo di carcere (il giudice ha ritenuto esserci continuazione tra i due reati).
    Nel maggio 2021, dalla Valle d'Aosta la donna si era recata in Marocco, suo paese d'origine, per avviate le pratiche di scioglimento del matrimonio per procura, avvenuto cioè in assenza dei due sposi. Quando il marito era venuto a saperlo - secondo la ricostruzione degli inquirenti - aveva iniziato a perseguitarla con messaggi vocali e di testo attraverso i social media, sino al giorno dell'aggressione, nel giugno dello stesso anno. Temendo per la propria incolumità, la donna aveva poi lasciato la casa dove viveva e sporto denuncia. Di qui gli arresti domiciliari ottenuti dalla procura di Aosta: dopo alcuni giorni l'uomo era stato rintracciato nella zona di Como e lì sottoposto alla misura cautelare. Intanto il trentatreenne, nell'ambito di un procedimento per rapina in Lombardia, era stato destinatario di espulsione.
   

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