E' diventata definitiva la condanna per tentato omicidio, a otto anni di reclusione, a carico di Camillo Lale Demoz, di 78 anni, impresario di Quart accusato di aver aggredito il macellaio di Charvensod Olindo Ferré.
La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso contro la sentenza della Corte d'appello di Torino, che il 9 febbraio 2021 aveva confermato la sentenza del gup del tribunale di Aosta datata 17 marzo 2020.
Il primo ottobre 2018, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Lale Demoz aveva gravemente ferito Ferré nel proprio capannone con il manico di una zappa, al culmine di una lite fomentata dall'alcol.
Il macellaio aveva riportato gravi lesioni alla testa e Lale Demoz era stato posto agli arresti domiciliari l'11 gennaio 2019.
Camillo Lale Demoz, dopo la pronuncia della Cassazione del 26 gennaio scorso, è stato trasferito nel carcere di Brissogne. I suoi legali (Antonio Rossomando e Viviane Bellot) hanno già presentato istanza di detenzione domiciliare, facendo leva anche sull'età avanzata del detenuto. I giudici della prima sezione penale sella Suprema corte escludono il coinvolgimento di altre persone nel tentato omicidio. Secondo gli avvocati di Lale Demoz, si legge nel provvedimento della Corte di cassazione, "l'aggressione armata di Olindo Ferrè era stata eseguita da un soggetto, diverso dall'imputato, presente sul luogo delitto, indicato indirettamente in Rudy Blanc", allevatore da cui il macellaio quel giorno si era recato per acquistare un bovino, prima di andare nel magazzino di Lale Demoz. Una versione contrapposta "a quella correttamente vagliata dalla Corte di appello di Torino", dotata invece di "elementi probatori che consentivano di" escludere "la veridicità e la plausibilità logica" della tesi difensiva. A incastrare Lale Demoz era stata in particolare la consulenza tecnica affidata dalla procura di Aosta su alcune tracce ematiche individuate sui suoi pantaloni e sulle sue scarpe, risultate "ascrivibili a Olindo Ferrè" e "causate da un meccanismo di gocciolamento sanguigno". Inoltre secondo la Cassazione "la mancata individuazione di un movente criminoso certo non inficia" la sentenza di secondo grado (la difesa aveva tentato di ascrivere il movente della lite a una controversia che avrebbe opposto Ferré a Rudy Blanc per il prezzo di vendita di un bovino). "L'aggressione - si legge in sentenza - era stata causata dallo stato di alterazione alcolica in cui versavano l'imputato e la vittima, che aveva provocato un litigio, all'esito del quale Camillo Lale Demoz aveva colpito Olindo Ferrè con una zappa, che si trovava vicino al tavolo dove i due stavano bevendo. Tale ipotesi, peraltro, appariva confermata dalle dichiarazioni di Rudy Blanc, che riferiva che il ricorrente, quando beveva, diventava aggressivo, lasciandosi andare a comportamenti violenti e incontrollabili".