"Non saprei che parole usare per descrivere un sogno. Il mio era quello di scalare il K2, 8.
Il racconto di Cazzanelli: "Il 25 giugno piove al campo base, non fa niente saliamo! Ci fermiamo al campo 2, nevica troppo. Il giorno dopo si va al campo 3 e nevica ancora. La meteo è complicata e ci stressa parecchio. Il 27 arriviamo al campo 4, nevischia, la meteo è cambiata, la finestra forse c'è forse no.
Parliamo con Marco Camandona per radio, alle 21 si parte, proviamo! Partiamo sotto la neve, poi molla e arriva la nebbia siamo tutti brinati. Dal campo base ci spronano per radio, non capiamo tutto ma capiamo bene la parola salire. Praticamente Marco dal campo base ci sta trascinando su. Alle 4 arriva la luce il tempo sembra tenere. Vediamo la cima, il fiato però è corto. Finalmente spiana, sono le 8:30 e tutti e tre stiamo piangendo sulla cima del K2! Incredibile! Per realizzare questo progetto abbiamo messo in campo una grande squadra che ha saputo essere unita e compatta dall'inizio alla fine. Ci siamo aiutati l'un con l'altro come fratelli dando il massimo che potevamo dare".
Alpinismo: Cazzanelli, il K2 era il mio sogno
Il racconto dell'ascensione della seconda montagna della Terra