Valle d'Aosta

Maxi condominio a Cervinia, "sussistono indizi ma non gravi"

Lo scrive il gip Giuseppe Colazingari nell'ordinanza

Redazione Ansa

"Il quadro indiziario, seppur consistente, non risulta connotato da gravità tale da giustificare l'adozione della misura cautelare". Lo scrive il gip di Aosta, Giuseppe Colazingari, nell'ordinanza di convalida degli arresti dell'imprenditore Ezio Colliard e dell'architetto Valerio Cappelletti, fermati dalla guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta per corruzione.
    Secondo l'accusa, i due arrestati "concludevano un patto corruttivo connotato dalla percezione di utilità patrimoniali da parte di Colliard e della Vico srl, in particolare dalla espressione di voto favorevole da parte di Cappelletti in relazione al parere relativo alla realizzazione del complesso immobiliare 'The Stone', atto contrario ai doveri di ufficio e, quale emolumento corrispettivo prima la promessa da parte di Colliard a favore di Cappelletti, della somma di 330.000 euro, anticipate dalla consegna, tramite assegno circolare, della somma di 10.276 euro".
    "L'arresto deve essere convalidato - scrive il gip - in quanto la situazione prospettatasi, valutata unitamente al bagaglio conoscitivo della stessa rappresentato dagli esiti dell'imponente attività captativa precedentemente posta in essere, ben potevano far ritenere integrata la fattispecie criminosa ipotizzata che senz'altro giustificava l'arresto".

"Dalle conversazioni intercettate (tra gli indagati, ndr) - si legge nell'ordinanza - emergono solo sporadici riferimenti all'approvazione del progetto 'The Stone' e, nell'ambito di tali conversazioni, la figura del Cappelletti assume un ruolo decisamente marginale, specie se valutato in relazione alla funzione meramente consultiva della commissione edilizia. Viene legittimamente da chiedersi quale sia la causale del pagamento che il Colliard avrebbe dovuto effettuare". Inoltre "emerge come uno dei punti centrali delle conversazioni fosse quella della realizzazione di un complesso alberghiero nell'area denominata 'camper', operazione che potrebbe rientrare tra gli 'altri lavori di rilevante importo' menzionati nel capo di imputazione d'incolpazione provvisoria. Appare verosimile che la somma da versare al Cappelletti fosse la retribuzione per le attività di quest'ultimo svolte in relazione a detta operazione, peraltro da riconoscere sotto forma di 'success fee' e cioè in caso di esito positivo dell'operazione medesima. Effettivamente il Cappelletti risulta avere svolto numerose attività professionali relative all'area camper". Infine, "circa le opache modalità con cui tale somma avrebbe dovuto essere corrisposta, gli indagati hanno candidamente ammesso che si trattava di mere ipotesi per consentire al professionista di pagare meno imposte".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it