Valle d'Aosta

La Lega Valle d'Aosta si spacca, lasciano tre consiglieri

"Scelte imposte, cambi di rotta e clima infame"

Redazione Ansa

(di Enrico Marcoz)

A poche ore dal raduno di Pontida alcune nubi si addensano sulla Lega. Accade in Valle d'Aosta dove tre consiglieri regionali - tra cui un ex assessore - hanno abbandonato il partito. La frattura si è consumata intorno alla proposta di riforma elettorale, ma i dissidi hanno radici più antiche e riguardano la formazione del centrodestra unito nella regione alpina. A lasciare sono l'ex assessore alle finanze Stefano Aggravi, considerato fino ad oggi un 'peso massimo' della Lega Vda, e i consiglieri Dino Planaz e Dennis Brunod che hanno spiegato le ragioni in un documento di 5 pagine.
    "Rivendichiamo la libertà di dissentire - dichiarano i tre - da scelte fatte in altre stanze e altri luoghi, da scelte imposte e non discusse, da improvvisi cambi di rotta sostenuti da un clima infame costruito e voluto ad arte anche da chi non riconosciamo più rispetto al tanto lavoro ed alle battaglie condotte insieme". "Scegliamo per reazione di proseguire la battaglia politica lungo un'altra via - aggiungono - con l'intento di radunare tutte quelle singolarità e forze libere che si riconoscono nei valori dell'Autonomia speciale, del federalismo, della salvaguardia dell'identità e delle tradizioni della nostra Valle, della difesa delle libertà individuali e dei valori conservatori della nostra società".
    I contrasti con il direttivo - di cui fa parte anche la senatrice Nicoletta Spelgatti - si sono acuiti nelle ultime settimane. Al centro dei dissidi la nuova legge elettorale, sulla quale l'unità del centrodestra valdostano ha vacillato per mesi fino alla riunione romana di fine maggio nella quale i referenti nazionali dei partiti hanno imposto una linea comune.
    "La vicenda della riforma elettorale - si legge nel documento - potrebbe essere letta molto semplicisticamente come un diverbio di natura meramente tecnica" tuttavia, sottolineano, c'è evidente una questione politica che si va a sommare "al clima infame che qualcuno ha voluto sviluppare, con ampie alimentazioni terze" creando "confusione e sconquasso nel gruppo". "La linea politica - si legge ancora - è stata per la prima volta imposta al gruppo senza possibilità di dibattito o discussione anche e soprattutto in ragione del fatto che sino a quel momento la linea era differente, chiara e trasparente anche nei confronti della base della Lega Vda. La linea politica è stata più volte giustificata da un minimo comune denominatore ovvero che 'così vuole il nazionale', punto e a capo". La segretaria regionale della Lega Vda, Marialice Boldi, commenta: "Sono certa che la legge elettorale sia solo un pretesto, è un malessere che covava da tempo". 
   

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