(ANSA) - AOSTA, 09 OTT - La Corte d'appello di Torino "è
pervenuta ad una lettura alternativa degli elementi di prova di
accusa, limitandosi a giustapporre il proprio convincimento a
quello, opposto, espresso dalla sentenza di primo grado, senza
confrontarsi con le ragioni poste dalla sentenza di primo grado
a fondamento della pronuncia di assoluzione degli imputati".
Così la Corte di cassazione, motivando l'annullamento con rinvio
della sentenza di condanna di secondo grado relativa al processo
che ruota attorno al Centro dentistico e odontoiatrico
valdostano snc di Saint-Christophe, della famiglia Gasparella.
Nel gennaio scorso la Corte d'appello aveva condannato per
esercizio abusivo della professione odontoiatrica a nove mesi di
reclusione e 20 mila euro di multa ciascuno Silvio Gasparella di
61 anni, in qualità di odontotecnico, e il figlio Mattia
Gasparella (40) in qualità di igienista dentale, e a sette mesi
di reclusione e 15 mila euro di multa ciascuno Gian Enrico
Aguzzi (67), medico odontoiatra della provincia di Monza Brianza
e Laura Padoin (63) in qualità di assistente alla poltrona. Dopo
la pronuncia della sesta sezione penale della Corte di
cassazione, il processo tornerà in secondo grado.
Per i supremi giudici, la Corte d'appello, nel ribaltare la
sentenza assolutoria di primo grado, ad esempio "non ha
considerato le dichiarazioni di" una "assistente alla poltrona
dal 2014 al 2017 presso il Centro dentistico Valdostano", e di
due odontoiatri che hanno lavorato nello studio tra il 2015 e il
2020, "ancorché tali dichiarazioni siano state utilizzate dal
giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Aosta per
confutare l'ipotesi di accusa". Inoltre la Corte d'appello ha
"omesso di confrontarsi con le prove contrarie emerse nel corso
del giudizio e con le censure formulate dalla difesa sul punto".
(ANSA).
Abusivismo odontoiatrico, "condanna in appello poco motivata"
Depositate le motivazione della sentenza di Cassazione